Ambiente e territorio

In Commissione territorio il bilancio della legge che incentiva il trasporto merci ferroviario

Andamento positivo in tre anni per traffici aggiuntivi, tonnellate trasportate e bilancio ambientale. Quello su strada avrebbe costi 21 volte più elevati. Iotti (Pd): “I numeri confermano efficacia dell’incentivo”. Facci (Misto-Mns): “Capire perché non ha funzionato con il trasporto fluviale e fluvio-marittimo”

Presentata in Commissione territorio ambiente mobilità la relazione di clausola valutativa sulla legge 10/2014 di incentivazione del trasporto merci ferroviario in riferimento ai tre anni dal 2014 al 2016. Obiettivo della legge, introdurre nuovi treni merci su tragitti nuovi ed esistenti, incentivare i collegamenti intraregionali e interregionali con regioni confinanti, puntare sulla retroportualità ferroviaria (strategica per i nodi regionali e con ampi margini di crescita) e, non da ultimo, compensare con il traffico ferroviario i costi esterni del trasporto su strada.

Beneficiari degli incentivi previsti dalla legge (pari a 800.000 euro annui) sono state 11 imprese su una graduatoria di 33 servizi ammissibili. L’andamento nei tre anni è stato “positivo”, spiegano i tecnici della Giunta, sia per quanto riguarda i traffici aggiuntivi, che per il bilancio ambientale con una riduzione significativa di emissioni inquinanti e in termini di consumo di energia primaria. “Il trasporto stradale ha un costo esterno 21 volte più elevato rispetto a quello ferroviario” spiegano i tecnici “i benefici hanno in questo caso superato i 12.470.000 di euro, a fronte di contributi erogati per circa 1.880.000 euro”.

Per quanto riguarda invece le tonnellate trasportate, nel 2016 “il traffico ferroviario merci ha raggiunto circa 19,6 milioni di tonnellate, arrivando ad una quota finora mai raggiunta”. Un lieve calo (-0,14%) è stato registrato l’anno successivo, dovuto all’interruzione della linea ferrovia a Rastatt in Germania, sull’asse di collegamento Reno-Alpi. Altra criticità riscontrata, l’impossibilità di applicare l’incentivo al trasporto fluviale e fluvio-marittimo così come inizialmente previsto dalla legge, tanto che la somma è confluita nel ferroviario. Su questo punto è intervenuto Michele Facci (Misto-Mns): “Sarebbe il caso di capire quali sono le cause che hanno determinato questa situazione e come la Regione se ne possa far carico” dice il consigliere. “Non si tratta solo di costi molto elevati che le imprese non riescono a fronteggiare”, è la risposta del tecnico, “ci sono anche problemi infrastrutturali: aree marittime sotto al poligono di tiro e altre sequestrate dalla magistratura dove la linea si interrompe”. Il consigliere suggerisce anche di potenziare in modo adeguato le infrastrutture ferroviarie regionali, ma, per farlo, sarebbe necessario svincolare alcune connessioni e rendere indipendenti i tratti per i treni merci: “ci vorrà un po’ più tempo” spiegano i tecnici.

Soddisfatto Massimo Iotti (Pd): “I numeri confermano l’efficacia della legge: il trasporto merci ferroviario dimostra di funzionare grazie agli incentivi”. Per il consigliere sarebbe dunque il caso di capire “quali siano le condizioni per sostenere questa legge e potenziare ulteriormente questi investimenti”. Non bisognerebbe neanche sottovalutare i problemi sorti come quello sull’asse Reno-Alpi e cercare di preventivarli anche se, viene spiegato in Commissione, “questo vorrebbe dire far fronte a problemi non solo interni alla nostra regione”.

(Francesca Mezzadri)

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