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CARCERE. GARANTE REGIONALE DETENUTI INCONTRA MINISTRO ORLANDO: “POSITIVO IL GIUDIZIO SU ACCORPAMENTO, PRINCIPALI CRITICITA’ RESTANO ASSENZA PERCORSI LAVORO E FORTE PRESENZA STRANIERI IRREGOLARI”

Dalla Garante parere positivo alle due proposte di accorpamento, che in Emilia-Romagna riguardano in un caso Ferrara e Ravenna, nell’altro Modena e Castelfranco: “Si tutela la piccola struttura con vocazione trattamentale e si va verso il superamento delle case-lavoro”

Ora che “i dati sul sovraffollamento sono sotto controllo e la chiusura dell’ Opg è avvenuta con ottimi risultati”, le due principali criticità nelle carceri emiliano-romagnole sono “l’assenza di attività formative o di percorsi professionali nonostante il diffondersi dei regimi cosiddetti a celle aperte” e “la forte presenza di detenuti immigrati irregolari in attesa di espulsione, e che quindi sono difficili da coinvolgere in iniziative trattamentali”.

Sono questi i temi su cui si sono confrontati martedì scorso a Roma la Garante regionale delle persone private della libertà personale dell’Emilia-Romagna, Desi Bruno, e il ministro della Giustizia Andrea Orlandoinsieme ai vertici del Dipartimento di amministrazione penitenziaria e agli altri Garanti regionali per i detenuti.

E almeno a una delle due preoccupazioni Orlando ha già dato risposta positiva: il Governo, riferisce infatti la Garante, sta cercando di dare piena operatività ai protocolli siglati con i Paesi di origine dei ristretti per il loro rientro.

Bruno ha espresso al ministro sostanziale condivisione per gli accorpamenti delle sedi penitenziarie di Ravenna e Ferrara, “perché così si garantisce il  mantenimento di una piccola struttura a forte vocazione trattamentale” come quella della città bizantina, e di Castelfranco Emilia e Modena, “perché è il primo passo per il superamento della casa-lavoro”.

L’incontro, specifica la figura di garanzia dell’Assemblea legislativa, è stato nel complesso “molto positivo”: insieme al ministro, hanno partecipato il suo capo di Gabinetto, Giovanni Melillo, il capo del Dap, Santi Consolo, e il capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, Francesco Cascini, e i Garanti di otto regioni (oltre a Emilia-Romagna, anche Marche, Lombardia, Puglia, Toscana, Piemonte, Campania e Valle D’Aosta).

Al centro del confronto il rapporto tra Garanti regionale e il nuovo ufficio del Garante nazionale, i cui tre componenti sono già stati individuati e per la cui convalida si aspetta solo la firma del presidente della Repubblica: si auspica una strettissima collaborazione anche con incontri mensili tra Garante nazionale e uffici regionali, ma soprattutto, “è evidente la necessità che la Regioni ripensino la normativa in materia, per adeguarla all’introduzione del Garante nazionale”. 

In cima all’agenda congiunta di Garanti e ministero restano anche, conclude Bruno, “la proposta complessiva di riforma del sistema penitenziario che avanzeremo dopo la presentazione dei risultati dei tavoli degli Stati generali dell’esecuzione penale e la creazione tramite accorpamento del nuovo dipartimento di comunità, che si occuperà anche di minori”.

(jf)

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