Parità, diritti e partecipazione

CARCERE. UN LIBRO DAL CORSO PER DETENUTI SU DIALOGO CULTURA ARABA-COSTITUZIONE ITALIANA, GARANTE DETENUTI: “PER CHI VORRA’ RIPETERE ESPERIENZA. DEDICATO A PIER CESARE BORI”

CARCERE. UN LIBRO DAL CORSO PER DETENUTI SU DIALOGO CULTURA ARABA-COSTITUZIONE ITALIANA, GARANTE DETENUTI: “PER CHI VORRA’ RIPETERE ESPERIENZA. DEDICATO A PIER CESARE BORI”

Entro la fine dell’anno, diventerà una pubblicazione la prima esperienza a livello nazionale rivolta ai detenuti di fede musulmana con l’intendimento di fare leva sul loro patrimonio linguistico religioso e culturale per avvicinarli al tema del significato e del rispetto dei diritti umani.

La Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, ha infatti annunciato che i materiali prodotti durante le lezioni e i contributi dei docenti del corso “Diritti, doveri, solidarietà. La Costituzione italiana in dialogo con il patrimonio culturale arabo-islamico”, tenutosi al carcere della Dozza di Bologna tra novembre 2014 e maggio 2015 per un totale di 24 lezioni, saranno raccolti in un volume che si intitolerà “Diritti doveri solidarietà – Un’esperienza di dialogo tra Costituzioni e culture alla Dozza di Bologna” e che sarà dedicato alla memoria di Pier Cesare Bori, pioniere del dialogo interculturale in carcere.

“A conclusione del corso pongo ancora una volta l’accento sulla sua valenza di progetto educativo- sottolinea Bruno, che è stata promotrice dell’iniziativa- pubblicheremo questo testo per non disperdere i risultati di un’esperienza più che positiva, è un lavoro che ha l’ambizione di essere strumento di base per chi vorrà riprodurre questo progetto sia dentro che fuori dal carcere”.

Grande soddisfazione è stata espressa anche da Emilio Porcaro, dirigente scolastico del Centro per l’istruzione degli adulti metropolitano di Bologna, che si è occupato dell’organizzazione delle lezioni: “Hanno partecipato in totale 80 detenuti, e la qualità della partecipazione alle lezioni è parsa tendenzialmente in crescita- spiega-, il progetto ha potuto individuare interessanti filoni di convergenza o almeno di positivo confronto che potranno servire come traccia per il futuro lavoro degli educatori a contatto col mondo islamico, dentro e fuori dal carcere”.

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