COMUNICATO
Parità, diritti e partecipazione

Pedofilia. Garavini al fianco dei sindaci reggiani: rafforzare l’integrazione delle azioni a tutela dei minori

La Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza interviene nel dibattito nato attorno alla scarcerazione del “pedofilo reo confesso” della Bassa reggiana

Clede Maria Garavini si schiera al fianco dei sindaci reggiani: per aumentare la tutela dei minori serve “rafforzare l’integrazione delle azioni svolte dai vari soggetti per proteggere adeguatamente le vittime”. Una posizione, quella della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, che arriva dopo l’uscita del documento ‘Prima i bambini’, firmato da molti primi cittadini della provincia di Reggio Emilia. Nel documento i sindaci ribadiscono come non sia accettabile che “un pedofilo reo confesso abbia libertà di circolare sul territorio in termini di sicurezza non solo della vittima, ma degli altri bambini. Come possiamo- si legge nella nota firmata dai sindaci- chiedere la collaborazione della comunità nell’individuare e denunciare questi soggetti, se poi – nonostante diversi mesi di attività istruttoria ed investigativa – il rischio è quello di ritrovarseli davanti alla porta di casa, nonostante tutto, magari per tutto il tempo del processo?”.

Garavini, condividendo per intero il documento firmato dai sindaci reggiani, sottolinea come “ancora una volta dobbiamo registrare atti di violenza compiuti a danno di un minore in un territorio della nostra Regione dove è diffusa la riflessione sui diritti di bambini e adolescenti e dove è attiva la rete delle istituzioni e dei servizi sociali, educativi e sanitari. La Comunità è prontamente intervenuta per censurare con decisione l’accaduto e per sottolineare la priorità assoluta della protezione dei minori, ne è testimonianza il documento predisposto dai sindaci reggiani. L’impegno di tutti noi- incalza la Garante- deve proseguire e ulteriormente migliorare, sia rispetto alla tutela dei bambini e degli adolescenti che nella cura e nel recupero degli autori. Devono nello specifico rafforzarsi il coordinamento e l’integrazione delle azioni svolte dai diversi soggetti ed istituzioni, per evitare che le vittime non siano adeguatamente protette ed aiutate e non ricevano tutto ciò di cui hanno bisogno”.

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