Parità, diritti e partecipazione

Il Garante detenuti Marighelli ribadisce: ispezioni non annunciate nelle carceri per rafforzare la prevenzione

Il Garante nazionale Palma sui suicidi in Emilia-Romagna: “Niente colpe specifiche, ma agire sui trasferimenti passivi e sulla lentezza nell’avviare alle Rems chi ha disturbi mentali”

Da sx Marighelli, Corleone, Carnevale, Palma e Albano
Il Garante nazionale detenuti Mauro Palma

Un incontro in viale Aldo Moro a Bologna sull’attività di prevenzione dei garanti della libertà personale. Ad aprire i lavori il Garante regionale, Marcello Marighelli, che ha affrontato il tema dei meccanismi di prevenzione nelle carceri e in generale negli spazi della privazione o limitazione della libertà personale: “L’attività di prevenzione di trattamenti contrari al rispetto dei diritti fondamentali della persona si svolge sostanzialmente con il monitoraggio di tutte la situazioni di privazione della libertà personale e quindi con visite anche non annunciate nelle carceri, nelle camere di sicurezza delle forze di polizia, nei servizi di diagnosi e cura dove si praticano trattamenti sanitari obbligatori e nei centri per l’identificazione e il rimpatrio dei cittadini stranieri irregolari”.

Ospite dell’iniziativa il Garante nazionale Mauro Palma, che ha descritto la vicenda della nave cargo danese Alexander Maersk per giorni ferma davanti alle coste del ragusano, con a bordo 108 migranti prelevati dalla Lifeline. Palma si era appellato al comandante generale della guardia costiera, Giovanni Pettorino, sostenendo che i migranti a bordo si trovavano di fatto privati della libertà personale. Appello che non è rimasto inascoltato, tanto che è arrivato il via libera dal ministero all’ingresso della nave nel porto di Pozzallo.

Quanto all’aumento dei suicidi nelle strutture carcerarie dell’Emilia-Romagna (nel 2017 i casi in strutture della regione sono stati otto, il doppio rispetto al 2016, mentre i tentativi di suicidio sono stati 125 e 1.383 gli atti di autolesionismo), il Garante nazionale Palma, interpellato sul punto, ha evidenziato che il fenomeno è spesso dovuto a fattori insondabili delle persone”, rimarcando che è “contrario ad attribuire colpe”. Il Garante ha però evidenziato che la situazione “è il segno di un malessere”, attribuibile principalmente a due cause, i trasferimenti passivi e la lentezza, in alcuni casi, nell’indirizzare i detenuti con disturbi mentali in strutture sanitarie adeguate, come le Rems.

Al seminario sono intervenuti anche Alessandro Albano, responsabile delle relazioni internazionali del Garante nazionale, Stefania Carnevale, Garante comune di Ferrara, e Franco Corleone, Garante regione della Toscana. Nel pomeriggio, invece, Bruno Mellano, Garante regione del Piemonte, ha presieduto una tavola rotonda con i garanti territoriali.

(Cristian Casali)

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