Governo locale e legalità

Fusioni Modena. Lama Mocogno e Montecreto, sì in Aula al referendum ma solo dalla maggioranza

Serri (Pd):”Più servizi e turismo che farà rete”. Opposizione fortemente contraria. Bargi (Ln): “Pdl affrettato”. Galli (Fi): “Territori non hanno nulla in comune, neanche il turismo”. Gibertoni (M5s): “Serviva più tempo per i cittadini”

Luciana Serri (Pd)

Sì in Aula al referendum per l’istituzione di un nuovo Comune tramite fusione tra Lama Mocogno e Montecreto, in provincia di Modena. Ma l’approvazione del progetto di legge di 7 articoli che dà il via libera al referendum, arriva solo dalla maggioranza.

Come spiega la relatrice di maggioranza, Luciana Serri (Pd), la legge metterà i cittadini nella condizione di esprimere un voto a favore o meno della fusione. Una fusione di due Comuni dell’Appennino modenese, parte di una stessa Unione, che, secondo la consigliera, “hanno molto in comune: insieme potranno aumentare risorse anche in termini di personale, professionalità ed opportunità di lavoro e offrire più servizi all’intera cittadinanza”. Un’unione “proficua” sia per quanto riguarda il settore delle attività produttive, che per quello agricolo e, soprattutto per quello turistico. “Sotto questo aspetto, tra Montecreto e Mocogno, ci sono ampie affinità e complementarità in particolare per quanto riguarda l’impiantistica sportiva”, spiega Serri, “i due luoghi turistici potranno fare rete tra loro nel corso dell’anno”.

Stefano Bargi (Lega Nord)

Ma l’opposizione non la pensa allo stesso modo. Stefano Bargi (Ln) si definisce “fusione-scettico” e reputa il progetto di legge “affrettato e frettoloso”. “Capisco l’obiettivo che è quello di tagliare i costi della politica e degli enti locali”, argomenta il leghista in Aula, “ma non si risolvono i problemi seguendo questa strada”, soprattutto considerando che i due Comuni non avrebbero nulla in comune, “solo differenze storiche e geografiche”, e i cittadini non sono stati adeguatamente informati sul tipo di fusione in atto. “Il tutto è stato deciso con troppa fretta e poca attenzione”.

D’accordo con Bargi, anche Andrea Galli (Fi): “le uniche ragioni a favore di questa fusione sono politiche”. I due territori in questione, sono omogenei, ma, secondo il consigliere, con caratteristiche completamente diverse: “uno è più piccolo dell’altro, ci sarebbero sbilanciamenti tra i due, sono anche distanti tra loro”. E, sulla questione turismo, ribatte a Serri: “Montecreto conosce un turismo invernale, di sci da fondo con l’accesso al Cimone, mentre a Mocogno c’è un turismo verde, di piana: non possono essere considerati complementari perché chi frequenta uno, non frequenta l’altro”.

Andrea Galli (Fi)

Anche Giulia Gibertoni (M5s) non ci sta: prima chiede un rinvio in Commissione del progetto di legge, poi il Movimento 5 stelle si astiene al voto. “Ci sono dei territori dove il processo di fusione, avendo alle spalle condivisione e consapevolezza, ha senso ma in questo caso la fusione è innaturale”. La consigliera lamenta la velocità dei tempi, l’opacità dell’atto stesso, e una condivisione dei servizi non sufficiente che non motiverebbe l’unione. I cittadini, secondo Gibertoni, “non hanno avuto le informazioni corrette per

Giulia Gibertoni (M5s)

poter valutare, avrebbero bisogno di più tempo”.

“Aspettiamo il referendum”, interviene in chiusura il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, favorevole al pdl :”Non si tratta di una scelta coercitiva: saranno i cittadini a decidere se vale la pena o meno avviare la fusione”.

(Francesca Mezzadri)

Governo locale e legalità