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L’Assemblea approva il Defr 2018: maggioranza compatta sul sì, opposizioni sul no

Sul documento di economia e finanza regionale approvato anche un odg presentato dal M5s

Andrea Bertani (M5s)

L’Aula approva il Defr, documento di economia e finanza regionale, con il voto a favore di Partito Democratico, Sinistra Italiana e gruppo misto-Mdp. Hanno votato contro la Lega Nord, il Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Fratelli d’Italia-An e l’Altra Emilia Romagna. Opposizione compatta, dunque, nel replicare al consigliere Pd Giuseppe Boschini, relatore del documento. In particolare il M5s, che ha presentato cinque diversi ordini del giorno per integrare e migliorare il testo. “Il Defr offre spunti di riflessione -ha detto Andrea Bertani-, anche se su alcuni punti si poteva essere più onesti (come sul tema della fusione dei comuni, visto che si sono elencati solo i successi). Ci domandiamo anche che impatto possa avere su questo documento la richiesta di autonomia avanzata dalla Regione”. E chiedono, inoltre, negli atti presentati in Aula, che vengano previste politiche che contrastino il più possibile la violenza sulle donne, che si prevedano confronti, per quanto riguarda il Bes, con le altre regioni italiane (unico atto approvato), che si potenzi l’attenzione sull’abuso di alcol e fumo, in particolare per quanto riguarda i giovani, e si realizzi uno specifico focus di approfondimento sulle politiche per la valorizzazione delle giovani generazioni.

Paolo Calvano
Paolo Calvano (Pd)

Sull’autonomia non è mancata la replica del Pd, arrivata da Paolo Calvano: “Il Defr è la dimostrazione di come l’Emilia Romagna abbia tutte le carte in regola per chiedere maggior autonomia al governo. L’Emilia Romagna -ha detto il consigliere- ha messo in campo strumenti innovativi, come il reddito di solidarietà. E se si dà una lettura più politica e meno tecnica, si capisce come la richiesta di autonomia sia coerente con il lavoro fatto finora”.

Daniele Marchetti (Lega Nord)
Daniele Marchetti (Lega Nord)

Il documento finisce anche nel mirino della Lega Nord. “La giunta ha fatto un banale copia e incolla -ha detto Daniele Marchetti-, altrimenti non si spiega come sia possibile che nel documento si parli di abolizione delle province, nonostante il referendum non sia passato”. Inoltre: “Volete rivedere le aziende sanitarie -è la critica del leghista-, abolendo quelle più piccole, ma sul territorio non fate lo stesso, visto che a Imola promettete di mantenere l’Asl”.

Tommaso Foti (Fdi-An)

All’attacco della giunta anche Tommaso Foti (FdI-An): “Se c’è un dato da tenere d’occhio, è sicuramente l’aumento della popolazione anziana nel nostro territorio, rispetto all’aumento invece della popolazione straniera. Le dinamiche o si governano o si subiscono”. No secco anche da Galeazzo Bignami (Fi): “La nostra è una bocciatura con rinvio a settembre dell’anno prossimo, sperando in possibili ampliamenti del documento”.

Roberta Mori (Pd) è intervenuta sull’ordine del giorno presentato da Gibertoni relativo al tema

Roberta Mori (Pd)

della violenza sulle donne, “le considerazioni contenute nel testo sono condivisibili”. La consigliera ha però sollecitato un approfondimento sull’argomento in commissione, per “arrivare a una proposta più articolata e puntuale”.

L’assessora al Bilancio Emma Petitti ha parlato di “documento organico”, frutto del “confronto con il mondo economico e con le parti sociali e culturali”. L’esponente della Giunta ha poi rimarcato “l’importanza di rilanciare la governance territoriale”.

Il presidente della Giunta, Stefano Bonaccini, ha posto l’accento sul tema della competitività, parlando di “ulteriore capacità di spesa pubblica rivolta al sistema produttivo”. Ha poi indicato i prossimi obiettivi strategici regionali: potenziamento della rete infrastrutturale e sviluppo delle aree montane. Sulla questione autonomia ha dichiarato che “è giusto premiare chi è virtuoso”.

(Margherita Giacchi e Cristian Casali)

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