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L’Emilia-Romagna a fianco del popolo cileno, il ricordo in Assemblea dell’11 settembre 1973

L’anniversario celebrato con una mostra, “Tempo d’esilio”, un documentario e un convegno. Saliera: “Onoriamo il sacrificio di Allende e il legame tra la nostra terra e il popolo cileno”. Lori: “Ho condiviso le elementari con una bambina cilena. Quell’incontro ha condizionato il mio percorso formativo”

Una mostra, Tempo d’esilio, nata dalla ricerca storica e che racconta l’impegno dell’Emilia-Romagna al fianco del popolo cileno. Un documentario basato sulle parole di chi, quell’ 11 settembre 1973, ha vissuto in prima persona la feroce ascesa del regime di Pinochet. E un convegno, andato in scena oggi, giorno del quarantacinquesimo anniversario della morte di Salvador Allende, che ha raccolto, nella sala Guido Fanti dell’Assemblea legislativa, più di un centinaio di persone.

“L’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna celebra il sacrificio di Allende e del popolo cileno e conferma il legame che unì la nostra terra ai cileni in fuga dalla dittatura”, sottolinea Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa. “E lo fa insieme ai più importanti istituti storici dell’Emilia-Romagna (l’Istituto Parri, la Fondazione Gramsci, l’Associazione Orlando e l’Università di Bologna) e il Museo della Memoria di Santiago del Cile, la massima autorità cilena in materia. La Repubblica italiana- rimarca- fu in prima fila a denunciare la violenza del golpe e a chiedere il ritorno alle libertà democratiche”.

Nel documentario, proiettato durante la mattinata e curato da Gisella Gaspari, Rossella Ropa e Cinzia Venturoli (Istituto Parri) e Alfredo Mignini (Fondazione Gramsci Emilia-Romagna), le ultime parole di Salvador Allende trasmesse dalla radio poco prima del bombardamento. Il doc raccoglie le testimonianze di cileni che, come Leonardo Barcelò, fuggirono dal proprio Paese perché perseguitati dal regime e trovarono in Emilia-Romagna una nuova casa in attesa che, anche grazie alla mobilitazione politica di questa terra, il regime militare crollasse e in Cile tornassero libertà e democrazia.

Barbara Lori (Pd)

“Nella primavera del 1974- ha ricordato in apertura del convegno la consigliera Barbara Lori– nella mia classe, io avevo 6 anni, arrivò Viviana. Era una bimba cilena che non conosceva l’italiano ed era spaventata. Per noi fu l’occasione, anche grazie alla capacità e alla sensibilità delle nostre insegnanti e della scuola, di conoscere la storia sua, di sua madre e di suo fratello. Erano rifugiati politici che avevano trovato accoglienza a Parma, dove ancora vivono. Fu un’esperienza bellissima, toccante che già a quel tempo, anche se noi eravamo piccini, lasciò un segno forte. Il quartiere Montanara assieme alla scuola si strinse attorno a questo nucleo famigliare e ad alcuni altri che erano stati accolti creando tante occasioni per restituire e raccontare cosa stava accadendo in Cile. Una bella opportunità per tutti di crescita- ha chiosato la consigliera- che ha gettato un seme che ha indirizzato il nostro percorso formativo”.

(Andrea Perini)

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