Parità, diritti e partecipazione

MINORI. 313 COMUNITÀ (1.853 ACCOLTI), VISITE GARANTE REGIONALE: “ALLONTANAMENTI DA FAMIGLIA DOLOROSI MA A VOLTE NECESSARI, FALSE LE NOTIZIE SU LORO AUMENTO”

MINORI. 313 COMUNITÀ (1.853 ACCOLTI), VISITE GARANTE REGIONALE: “ALLONTANAMENTI DA FAMIGLIA DOLOROSI MA A VOLTE NECESSARI, FALSE LE NOTIZIE SU LORO AUMENTO”

L’allontanamento di un minore dalla famiglia “è sempre un fatto doloroso ma a volte, purtroppo, necessario”. Infatti, “non sempre le famiglie sono capaci di amore e in certi casi l’allontanamento del minore diventa indispensabile per difenderlo da un contesto familiare che, spesso inconsapevolmente e senza colpa, non si dimostra capace di fare il suo bene”. A dirlo è Luigi Fadiga, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, al termine delle visite effettuate nel mese di marzo a due comunità di accoglienza del territorio bolognese. E non è vero, aggiunge il Garante, né che “in Italia si allontana di più che in altri Paesi, anzi i dati ci dicono che Francia, Germania, Regno Unito e Spagna allontanano statisticamente di più”, né che “il numero degli allontanamenti è cresciuto nel tempo”. Questo non vuol dire, chiarisce, che “allontanare sia un bene, le famiglie vanno sostenute e i genitori aiutati, ma non dimentichiamo che oltre un quarto degli allontanamenti avviene in via d’urgenza”.

Sono 313 le comunità residenziali per minori dell’Emilia-Romagna, divise tra strutture di tipo familiare, strutture educative, comunità per la pronta accoglienza, strutture per l’autonomia e comunità per gestanti e madri con bambino. Nel 2013, hanno accolto un totale di 1.853 minori fuori famiglia. Si tratta, ribadisce Fadiga, di un “numero decisamente più elevato rispetto a regioni confinanti come la Toscana, e ciò costituisce un’oggettiva difficoltà a porre in essere adeguati controlli”.

Non spetta al Garante vigilare sulle comunità di accoglienza: la delibera regionale del 2011 in materia, recentemente modificata e integrata, assegna ai Comuni questo compito. “Eppure in un momento in cui l’attenzione dei mass media è così alta, l’attivazione dell’Ufficio mi è parsa doverosa- spiega Fadiga-. Anche per questo ho deciso di partire da due realtà del territorio bolognese che nel 2014 mi erano state segnalate dal Procuratore minorile per questioni diverse”. Si è trattato delle prime visite di questo tipo effettuate dal Garante dal suo insediamento.

Il13 marzo si è recato alla Comunità familiare ‘Il Piccolo Principe’, ricavandone una impressione positiva. “L’incontro mi ha dato la possibilità di approfondire la vicenda dei due giovani ospiti che nel luglio 2014 si sono resi responsabili di un’aggressione ai danni di un educatore. In entrambi i casi, si tratta infatti di ragazzi allontanati dalle loro famiglie dopo il fallimento del progetto adottivo- racconta Fadiga-, ho avuto modo di conoscere la storia di uno degli ospiti, da poco maggiorenne e quindi in uscita dalla comunità ma senza un progetto sociale e di vita adeguato”. E se oggi diventare autonomi a 18 anni è difficile per qualunque ragazzo, “immaginiamoci le difficoltà che deve affrontare chi viene da storie familiari complicate- continua il Garante-, anni di lavoro rischiano così di essere vanificati in un attimo”. Per questo, dopo aver incontrato il diretto interessato su sua richiesta, a breve il Garante incontrerà anche i referenti dei servizi sociali competenti.

Inevitabilmente diversa l’atmosfera presente alla Comunità di pronta accoglienza ‘Il Ponte’, che accoglie minori, italiani o stranieri, in condizioni di emergenza e che, una volta definito il progetto educativo, vengono trasferiti in strutture di seconda accoglienza. Al momento della visita, il 19 marzo scorso, erano presenti 14 minori, tutti stranieri, di cui 7 di nazionalità albanese. Il problema principale è certamente dato da una difficoltà di gestione dei minori accolti che, concluse le attività mattutine, perlopiù corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana, di informazione e orientamento, non sono sufficientemente coinvolti in progetti a loro dedicati. “Anche di questi aspetti -conclude Fadiga-  parlerò a breve con i referenti di Asp Città di Bologna e del Comune capoluogo, anche in vista della ormai prossima trasformazione della struttura in sezione distaccata dell’Hub regionale”.

Le visite del Garante alle strutture di accoglienza continueranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, a partire da quelle per le quali sono state segnalate all’organismo di garanzia dell’Assemblea legislativa anomalie o inadeguatezze.

Parità, diritti e partecipazione