Parità, diritti e partecipazione

Un Csm di soli uomini, la coordinatrice nazionale Parità Roberta Mori scrive a Mattarella

Lettera al Capo dello Stato delle presidenti di tutti gli organismi paritari: “Faccia quanto in suo potere per superare una ferita che riguarda lo stesso ruolo della donna nella società”

La lettera a Mattarella

La recente elezione “esclusivamente maschile” dei componenti laici del Consiglio Superiore della Magistratura è stata denunciata in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che presiede anche il Csm. Il testo, firmato da Roberta Mori -presidente della Commissione per la Parità della Regione Emilia-Romagna- e coordinatrice nazionale degli organismi di Parità delle Regioni e Province Autonomerichiama “il tema della partecipazione delle donne nelle istituzioni, nella società, ai vertici dei luoghi decisionali, ben lontana dall’essere garantita in ottica paritaria nonostante una presenza femminile, nei comparti professionali forensi e in Magistratura, persino maggioritaria”.

“Ci muove l’urgenza di politiche e interventi che diano piena attuazione agli articoli egualitari della Costituzione – spiega la coordinatrice nazionale Mori– da qui, soprattutto, la scelta di rivolgerci al presidente della Repubblica, perché faccia quanto in suo potere per superare una ferita che non riguarda solo il Csm o la democrazia interna alla Magistratura, ma lo stesso ruolo della donna nella società italiana”.

Roberta Mori

Un ruolo che, secondo le presidenti, “è seriamente minacciato”. Come dichiara Roberta Mori, “le discriminazioni, le violenze e i gap lavorativi e retributivi a scapito delle donne italiane sono frutto di una cultura arretrata ma ancora potente, che possiamo cambiare solo attraverso correttivi cogenti e interventi di sistema”.

Le norme di legge in parte ci sono, introdotte dal Parlamento negli anni scorsi, per un’equa rappresentanza tra i sessi nelle elezioni generali e nelle istituzioni democratiche ma, secondo le presidenti, sono “frammentate e poco imperative”.

“Abbiamo fiducia nella sensibilità oltre che nella funzione di garanzia propria del Capo dello Stato– conclude Mori– mentre chiediamo che i legislatori in Parlamento facciano la loro parte fino in fondo per una parità sostanziale che richiede fatti e non parole”.

In allegato la lettera: Lettera a 20180724_Presidente_Mattarella

 

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