La Legge regionale 30/1993 ha consentito alla Regione di partecipare alla “Porto Intermodale Ravenna Società per Azioni SAPIR”, avente ad oggetto la realizzazione e gestione del porto di Ravenna. La Regione venne altresì autorizzata ad acquistare azioni di quella società fino ad un importo massimo di un miliardo di lire. In seguito, secondo quanto disposto dall’articolo 41 della Legge regionale 27/2004, la Regione venne autorizzata ad aumentare la propria quota di partecipazione nella predetta società fino ad un massimo dello 11,08% del capitale sociale mediante la permuta dei propri beni immobili con titoli azionari di equivalente valore, e oggi la Regione Emilia-Romagna risulta azionista del 10,456% della SAPIR, che peraltro risulta complessivamente partecipata dagli enti pubblici nella misura del 52%.
È la premessa all’interrogazione alla Giunta presentata dal consigliere Tommaso Foti (Fdi-An), che fa seguito alla presa di posizione del presidente dell’Autorità portuale, Galliano Di Marco, il quale, secondo notizie di stampa, si sarebbe scagliato contro quello che avrebbe definito “il sistema Ravenna, un intreccio di poteri e interessi che andrebbe dal Comune alla Cmc, da Confindustria alla stessa SAPIR”.
Foti chiede alla Giunta di chiarire quali siano le sue idee e quali iniziative intenda sottoporre all’attenzione degli altri azionisti pubblici, “al fine di riportare la SAPIR alla piena efficienza”. È convinzione del consigliere che “sia ormai necessario un radicale mutamento all’interno della Società, fino ad arrivare a ipotizzarne lo scorporo: da una parte l’attività terminalistica (affidata alla competenza dei privati), dall’altra il patrimonio, ovvero i terreni in aree portuali”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(rg)