Sanità e welfare

Sanità. Accordo 2017 tra Ausl Romagna e medici assistenza primaria, Sensoli (M5s): “il S.I.Me.T non ci sta”

La consigliera riporta le criticità evidenziate da questo sindacato e chiede alla Giunta di risolverle

Nel sito internet del S.I.Me.T. (Sindacato Italiano MEdici del Territorio) dell’Emilia-Romagna, “un sindacato composito, in cui sono presenti sia medici convenzionati che medici dipendenti”, è stato pubblicato un comunicato sull’accordo attuativo locale tra Azienda sanitaria della Romagna e le organizzazioni sindacali dei medici di assistenza primaria per l’anno 2017, che questo sindacato, al contrario di altri, “non ha sottoscritto”.

Lo segnala Raffaella Sensoli (M5s) in un’interrogazione, dove invita la Giunta ad avviare un confronto con il S.I.Me.T per risolvere le criticità evidenziate e a sollecitare l’Ausl della Romagna a intavolare un “confronto costruttivo”.

A sostegno della richiesta, Sensoli riferisce i contenuti del comunicato: in primo luogo, – scrive – “emerge chiaramente come, nell’accordo stipulato, la sigla sindacale lamenti l’assimilazione dei medici di medicina generale ai dipendenti strutturati delle Aziende Usl”, inoltre, “particolarmente significativa è l’analisi sul contrasto esistente tra l’accordo e la riorganizzazione ospedaliera e territoriale in corso” e come “molti assunti presenti nel piano di riorganizzazione, in corso di discussione sui territori, siano in contrapposizione con quanto viene stabilito nell’accordo con i medici dell’assistenza primaria, soprattutto per la gestione della cronicità e delle figure professionali di riferimento e per quanto riguarda gli ospedali di comunità (Os.Co.), che sembrano descritti come attività ospedaliere decentrate sul territorio, utili al decongestionamento dei reparti e/o alla riduzione dei posti letto ospedalieri, con poche ricadute effettivamente utili ai cittadini di quelle comunità e con i medici di medicina generale relegati a compiti definiti nel comunicato di ‘bassa manovalanza’”.

Altre criticità rilevate dal sindacato – sottolinea la consigliera – sarebbero “l’assenza di una razionalizzazione e di interconnessione tra i diversi software ospedalieri e territoriali”, problema più volte evidenziato dalla stessa Sensoli, che rimarca come “gran parte delle puntuali osservazioni presenti nel comunicato non siano solo a tutela della categoria rappresentata dalla sigla sindacale, ma anche di un corretto funzionamento dei servizi erogati dai medici di medicina generale” a vantaggio di tutti gli utenti.

Il software unico regionale, nonostante la contrarietà dei medici di medicina generale, – riporta Sensoli – è stato realizzato con una spesa ingente in rapporto ai benefici e al numero di professionisti che lo utilizzano. Questo software, tuttavia, “non permetterebbe ai medici di interagire con i colleghi perché non è interoperabile con quelli degli altri, a meno che non si investano ulteriori risorse finanziarie in un add-on specifico che li metta tutti in relazione”.

La consigliera chiede quindi che i diversi software ospedalieri e territoriali siano uniformati e interconnessi tra loro e vuole conoscere i motivi per cui i medici di medicina generale, negli ospedali di comunità, siano indirizzati a usare un programma ospedaliero e non il loro.

Sensoli domanda infine come siano scelti i medici di medicina generale che collaborano con la direzione dei distretti, in particolare se si privilegino curricula, capacità professionali o altri criteri, a quanto ammontino le risorse investite per la realizzazione del software unico regionale per i medici di medicina generale, quanti di loro utilizzino questo software e come sia giudicato il fatto che lo stesso software non è interoperabile con i software già in uso a questi professionisti.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)

(Antonella Celletti)

 

 

 

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