L’assessore regionale alle politiche per la salute, Sergio Venturi, nel corso di un incontro pubblico, avrebbe dichiarato che “in futuro bisognerà occuparsi dei punti-nascita con meno di 500 parti all’anno”.
Prende spunto da questa notizia una interrogazione del consigliere Galeazzo Bignami (Fi), dove si legge che “il criterio del tetto minimo di 500 parti all’anno per i punti nascita sia a livello regionale che nazionale, in vigore dal 2010, rischierebbe di causare la chiusura dei reparti di ostetricia in alcune strutture ospedaliere dell’Emilia-Romagna, tra cui quella di Borgotaro (Pr)”.
Il Comitato di distretto di Borgotaro- aggiunge il consigliere- avrebbe anche inviato alla Regione “un progetto che, rimodulando valutazioni e percorsi, consentirebbe di mantenere la possibilità di partorire in montagna con tutti i mezzi di sicurezza per le partorienti”.
Bignami chiede quindi alla Giunta “se intenda fornire chiarimenti su quanto affermato dall’assessore Venturi circa l’eventuale chiusura in regione dei reparti di ostetricia con meno di 500 parti all’anno”, con particolare riferimento “a quello dell’ospedale Santa Maria di Borgotaro”, vuole sapere se ci sia “una programmazione nel merito” e se sia stato realizzato “un piano strategico per evitare la chiusura di queste strutture”.
Il consigliere interroga quindi la Giunta sul rischio di “generare gravi problematiche alle partorienti, sul piano della sicurezza e sulla garanzia di ottenere un’assistenza efficiente e rapida al momento del parto”, e chiede, infine, “se ci sia l’intenzione di adottare strategie o cambiamenti della pianificazione per salvaguardare questi reparti”.
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(ac)