Sanità e welfare

Sanità Pavullo. Deroga per punto nascita, Gibertoni (M5s) chiede riesame dopo parare sfavorevole

Nella risoluzione la consigliera chiede di aumentare il tasso di fidelizzazione delle donne abitanti in quell’area e di promuovere servizi innovativi di ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria autonomi

Giulia Gibertoni (Movimento 5 stelle) ha chiesto in una risoluzione di rivolgere al Ministero della Salute istanza di riesame del parere consultivo sul punto nascita di Pavullo nel Frignano, risultato sfavorevole alla deroga in ottobre 2017.

“Togliere un punto nascite in un’area montana o disagiata significa rendere non attrattivo questo territorio per le giovani coppie,” spiega Gibertoni, senza contare che “la chiusura di Pavullo produrebbe una perdita di credibilità da parte dei cittadini nei confronti della politica regionale”.

La consigliera nell’atto sottolinea diversi elementi a sostegno della richiesta di riapertura della deroga. In primis, le elevate distanze e i tempi di percorrenza dai Comuni del Frignano verso le strutture ospedaliere alternative a quelle di Pavullo (superiori rispetto a quelle indicate nell’atto che respinge la deroga) e, in più, la scarsa copertura di linee telefoniche e di trasporti pubblici nell’Alto Frignano (con il blocco delle strade avvenuto con la nevicata del 13 novembre) che renderebbe ancora più disagevoli i collegamenti.

La consigliera sottolinea anche il fatto che ci sono frazioni altamente popolate (500/600 residenti) come quella di Sant’Annapelago o di Felicarolo che sarebbero ancora più distanti dagli ospedali alternativi a Pavullo e che molti Comuni della zona con il turismo raddoppierebbero la popolazione, andando così ad incrementare il bacino di 40mila persone dell’ospedale di Pavullo. Nella richiesta di deroga, fa inoltre notare Gibertoni, “la Regione avrebbe anche tralasciato di evidenziare che i territori estremi di Pievepelago, Riolunato e Fiumalbo non erano coperti dal servizio di emergenza urgenza” e che “la frequenza dei tagli cesarei praticati nell’ospedale di Pavullo era nettamente inferiore alla media nazionale”.

Inoltre, la consigliera chiede di attivare tutte “le azioni possibili per aumentare il tasso di fidelizzazione delle donne abitanti in quell’area, promuovendo servizi innovativi di ostetricia, ginecologia, neonatologia e pediatria autonomi che si integrino con le altre unità operative dell’Azienda sanitaria”. Oltre a “sollevare la popolazione locale da tutti i disagi legati ai trasporti”, questo permetterrebbe anche di “evitare lo spopolamento dei territori montani”. La risoluzione, infine, invita la Giunta a investire sul punto nascita di Pavullo affinché gli standard operativi, tecnologici e di sicurezza relativi al primo livello di assistenza ostetrica e pediatrico-neonatologica definiti dall’accordo del 2010 siano pienamente rispettati.

(Francesca Mezzadri)

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