Sanità e welfare

Sanità Rimini. Emodializzati, Ln: fare luce su interruzione trasporto gratuito e affidamento a privati

I ‘nuovi’ dializzati, spiega il consigliere, “sarebbero stati invitati dall’Asl a contattare specifiche associazioni di volontariato che richiederebbero 15 euro per il trasporto giornaliero”.

La graduale interruzione del trasporto gratuito per i pazienti emodializzati, deciso nel riminese dall’Asl Unica della Romagna, finisce al centro di un’interrogazione della Lega Nord. Il servizio pare sia stato prorogato per soli due anni e poi verrà interrotto, “ma i pazienti sarebbero impossibilitati a provvedere con mezzi propri”. Inoltre, il consigliere proponente sottolinea come “il servizio di trasporto sarebbe espletato da un’azienda che avrebbe in dotazione una quarantina di autisti professionisti e un parco mezzi composto per la maggioranza da veicoli di recente immatricolazione, idonei al trasporto di persone diversamente abili, con licenza per noleggio con conducente per il trasporto pubblico non di linea”.

Dunque, “i ‘nuovi’ dializzati- spiega l’esponente del Carroccio- non potrebbero quindi usufruire di questo servizio, ma sarebbero invitati dall’Asl, in caso di impossibilità a essere trasportati da un famigliare, a contattare specifiche associazioni di volontariato che richiederebbero 15 euro per il trasporto giornaliero casa-ospedale”.

Quindi il consigliere interroga la Giunta regionale per sapere “se sia vero che esiste una norma che prevede la gratuità del trasporto per i pazienti che si sottopongono a dialisi”. In caso di mancata previsione da parte dell’Asl di un servizio di trasporto con autisti e mezzi titolati a svolgerlo gratuito per il paziente e con costi a carico della stessa Azienda, l’esponente del Carroccio domanda “quali rimborsi siano previsti per i malati e dietro la presentazione di quali certificazioni”. In più, chiede: “quali associazioni di volontariato hanno dato la disponibilità a fornire il servizio di trasporto per dializzati nel riminese, se si ritenga che tali associazioni possano mettere a disposizione mezzi e autisti adeguati al trasporto di pazienti anche in condizioni sanitarie di assoluto bisogno, a chi dovrebbero eventualmente essere ascritte le responsabilità se accadesse qualche evento infausto o se i trasportati dovessero trovarsi in condizioni critiche durante il trasporto e quali associazioni onlus o aziende effettuino il servizio di trasporto dializzati nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna”.

Inoltre il leghista chiede “se sia vero che le associazioni di volontariato non rilascino fattura o ricevuta del servizio effettuato e, in caso di risposta positiva, per quale ragione; se queste associazioni di volontariato ricevano rimborsi da parte dell’Asl e su quali documentazioni degli effettivi trasporti effettuati; se tali associazioni di volontariato richiedano sempre rimborsi forfettari dai pazienti trasportati, sulla base di quale calcolo e a quale soggetto siano destinati tali introiti; sulla base di quali calcoli, pianificazioni e simulazioni l’Asl pensi di risparmiare interrompendo questi servizi di trasporto essenziali per i pazienti; se si tratti di supposti risparmi o non si tratti, al contrario, di procurare nuovi introiti alle associazioni cosiddette senza fine di lucro del territorio; se l’Asl non consideri che, prevedendo e decidendo di rescindere appalti di trasporto sottoscritti nel tempo con aziende con personale professionalizzato e mezzi certificati, mette a rischio l’attività delle stesse aziende e di molti lavoratori, favorendo al contrario l’attività di associazioni onlus che, per loro definizione, dovrebbero fornire attività a carattere saltuario, accessorio, volontario e gratuito; quanti siano i pazienti sottoposti a dialisi a oggi trasportati nei centri dedicati dislocati nelle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e quale sia il trend annuale di crescita dei pazienti con necessità di sottoporsi a dialisi”.

(Margherita Giacchi)

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