Scuola giovani e cultura

Scuola. A Bologna e Ravenna spettacolo sul ‘gender’ per alunni 8-16 anni, perplessità di Bignami (Fi)

Il consigliere vuole sapere se la rappresentazione teatrale abbia ottenuto patrocini da enti pubblici e se ci sia stata condivisione rispetto ai temi trattati

La rappresentazione teatrale per le scuole, destinata a bambini e ragazzi dagli 8 ai 16 anni, intitolata ‘Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro’, che racconta “di Alex, un ‘gender creative child’, un bambino-bambina, che non vuole essere identificato né come maschio né come femmina”, in programma il 30 e il 31 gennaio 2017, rispettivamente al teatro Rasi di Ravenna e al teatro comunale di Castello d’Argile (Bologna), è al centro di un’interrogazione di Galeazzo Bignami (Fi), che chiede alla Giunta se condivida le perplessità sui contenuti dello spettacolo.

Ancora una volta – scrive il consigliere – dobbiamo constatare che il “gender” trova spazio nell’ambito scolastico, attraverso attività extracurriculari, per “giustificare un’idea della sessualità intesa come qualcosa di variabile e di non definito: la necessità di superare le discriminazioni e gli stereotipi sembra confondersi in modo equivoco – sottolinea – con il tentativo di mettere in discussione tutta l’identità sessuale, maschile e femminile, arrivando a promuovere il sesso ‘neutro’”.

Bignami cita, a questo proposito, due circolari ministeriali, la prima (4321/2015) ribadisce l’importanza della condivisione con le famiglie del Piano dell’offerta formativa, chiarisce inoltre che “ai fini della predisposizione del Piano il dirigente scolastico deve promuovere i necessari rapporti con tutti gli stakeholder e tenere conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le scuole secondarie di secondo grado, degli studenti” e sancisce, infine, che le scuole devono “assumere le iniziative utili per assicurare da parte delle famiglie una conoscenza effettiva e dettagliata” del Piano. La seconda circolare (1972/2015), “proprio in riferimento alla teoria del gender, chiarisce che ‘tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né ideologie gender né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo’”.

Il consigliere vuole quindi sapere se lo spettacolo abbia ottenuto qualche forma di patrocinio, oneroso o no, da enti comunali e/o da altri enti pubblici, in caso affermativo, quali siano gli importi di eventuali contributi pubblici, se i Consigli di Istituto delle due scuole siano stati preventivamente informati sui contenuti dello spettacolo, se ci sia stata condivisione in merito alle tematiche trattate e se ai genitori degli alunni sia stato consentito di informarsi preventivamente in modo da autorizzare consapevolmente i propri figli a partecipare o meno all’iniziativa.

Altre richieste: se vi siano state rimostranze da parte delle famiglie sui contenuti della rappresentazione e se non si ritenga doveroso che attività di questo tipo, “che coinvolgono temi tanto delicati legati a valori educativi precisi, debbano essere necessariamente sottoposte al vaglio dei genitori, ai quali compete prioritariamente la responsabilità educativa dei figli”.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it)

(Antonella Celletti)

 

 

 

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