La montagna sta a cuore ai consiglieri regionali. Tanto che in commissione Cultura, presieduta da Giuseppe Paruolo, sono state presentate quattro risoluzioni, due a prima firma Gianluigi Molinari (Partito democratico), una a prima firma Raffaella Sensoli (Movimento Cinque Stelle) e un’altra a prima firma Matteo Rancan (Lega nord).
Al centro di tutte le risoluzioni c’è il tema ‘scuola’. Cioè, la preoccupazione che la montagna non si svuoti e che vengano mantenuti i servizi principali. La risoluzione di Rancan, firmata anche da Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) e Michele Facci (gruppo misto-Mns) punta “ad abbassare la soglia minima di 10 alunni per attivare il tempo pieno nelle scuole d’infanzia nei comuni montani perché i giovani possano studiare dove sono nati”. Sul tema anche Sensoli ha presentato, appunto, un documento, per “un cambiamento delle politiche statali adottate finora nel campo della costituzione delle classi nelle aree disagiate, e individuare soluzioni specifiche, anche a supporto ad interventi diretti a contribuire ai costi per l’impiego di personale nelle scuole montane”.
A queste, si sono aggiunte anche due risoluzioni di Molinari (con quattro emendamenti di Sensoli e uno di Sinistra italiana e gruppo misto-Mdp) che impegna la giunta a “chiedere al governo di abbassare ulteriormente il limite minimo di allievi necessario a formare una classe e di prevedere deroghe speciali” e di “sviluppare le attività universitarie inerenti allo sviluppo della montagna anche attivando contatti istituzionali con Unimont”. Sensoli, oltre a chiedere che anche il Parlamento venga coinvolto, chiede anche “di prevedere, nel bilancio 2019, specifici interventi per il mantenimento delle scuole di montagna e nelle aree più disagiate”.
Anche Sinistra italiana e il gruppo misto-Mdp hanno presentato un emendamento alla risoluzione dem, per “prevedere incentivi che favoriscano la continuità dell’insegnamento e della fruizione degli alunni nelle scuole di montagna”. E da Silvia Prodi (Misto-Mdp) arriva anche una critica al governo nazionale: “Trovo la risoluzione di Sensoli evasiva e non mi risulta che il governo stia mettendo particolari investimenti nelle scuole, anzi”. E Yuri Torri (Si) sottolinea come serva “andare oltre alla mera questione dei numeri, ma dare a chi abita in queste zone le stesse possibilità di accesso a chi vive in città”.
E se la questione al centro delle risoluzioni è la scuola nello specifico, Igor Taruffi (Si) amplia il campo concentrandosi sul “trasposto pubblico locale: perché va bene chiedere deroghe, ma ci sono temi su cui non si può derogare. Appunto, il trasporto. Uno dei problemi per gli insegnanti è la coincidenza tra la partenza dei treni e la corsa dell’autobus. Il mancato incrocio fa sì che l’insegnante rischi di perdere la possibilità di andare al lavoro o tornare a casa in orario e lo stesso problema riguarda gli studenti”. Ma Gianluca Sassi del Gruppo misto contrattacca: “Non abbiamo nessuna pianificazione aggiornata per quello che riguarda il trasporto pubblico”. Ed è Michele Facci (Misto-Mns) che rilancia: “Oggi parliamo delle scuole, ma bisogna parlare di ospedali, infrastrutture e trasporti. E dobbiamo trovare possibilità di premiare chi accetta di insegnare nelle zone montane”.
Le due risoluzioni dem sono state approvate (con il sì al solo emendamento di Sinistra italiana e misto-Mdp), il documento di Rancan è stato approvato solo in parte mentre la risoluzione di Sensoli è stata respinta.
(Margherita Giacchi)