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STRAGE BOLOGNA. “AVREI POTUTO ESSERE IO”, MONUMENTO ITINERANTE PER NON DIMENTICARE. SALIERA: “NO AL SILENZIO, FARE PIENA LUCE SU QUANTO ACCADUTO”

La collaborazione fra l’Assemblea legislativa regionale e l’Associazione dei familiari delle vittime: tutte le iniziative per tenere viva la memoria, guardando soprattutto alle scuole

85 foto per ricordare chi è stato barbaramente ucciso il 2 agosto del 1980 alla Stazione di Bologna. Nel 35^ anniversario della strage che insanguinò Bologna, l’artista Sonia Lenzi ha realizzato una mostra fotografica che fa parlare le potenziali vittime. “Avrei potuto essere io” è un ‘monumento portatile’ composto di 85 fotografie in cui altrettante persone di ogni sesso, età, condizione sociale e culturale raccontano come lo stragismo non fa differenze: ognuna di loro, se si fosse trovata in stazione a Bologna nell’estate di 35 anni fa, sarebbe morta, come è avvenuto per le vittime della bomba. 

“Come Assemblea legislativa regionale- spiega la presidente dell’Assemblea, Simonetta Saliera– abbiamo ritenuto doveroso patrocinare anche questa iniziativa volta a ricordare e tenere viva la memoria di quello che è stato. C’è la necessità di fare piena luce sulla strage di Bologna, così come su tutte le altre vicende terroristiche che hanno insanguinato il nostro Paese: la memoria è un dovere civile, perché solo chi ricorda non cede all’oblio, quel silenzio che permette alle pagine più brutte della nostra storia di rivivere”. Proprio per questi motivi, “durante l’anno l’Assemblea legislativa porta nelle scuole uno specifico programma di conoscenza degli anni ’70 e ’80, decenni di grandi riforme ma anche di grandi stragi- ricorda Saliera-: sono i ragazzi stessi che chiedono sempre di andare e tornare tra passato recente, presente e futuro imminente, perché vogliono conoscere meglio e capire l’oggi”. Bene quindi un’opera come “Avrei potuto essere io”, conclude la presidente, perché “ancora una volta si sancisce come la nostra sia memoria attiva della strage e non ricordo”. 

Anche secondo Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 Agosto 1980, “questa opera è un modo di attualizzare le storie delle 85 vittime della strage, sento una forte assonanza tra il lavoro dell’artista e quello della nostra Associazione: l’impegno comune a far sì che un evento di 35 anni fa non sia solo storia, ma aiuti a comprendere meccanismi ancora presenti”. Come sottolinea Bolognesi, “sin dall’inizio della nostra attività abbiamo sempre considerato il rischio di concentrarci sugli aspetti giuridico-tecnici senza creare un movimento di opinione: per questo è così importante il contributo che gli artisti danno all’associazione”. 

“Ho scelto una forma di arte pubblica per suscitare un processo empatico di partecipazione rispetto a un evento successo ormai tanti anni fa- spiega Sonia Lenzi-, ho pensato di sollecitare la coscienza civile delle persone, li ho invitati a scegliere la scheda di una vittima di genere opposto e poi immedesimarsi, era l’unico processo possibile per arrivare all’interiorizzazione della strage da parte dei protagonisti di ‘Avrei potuto essere io‘”. Secondo la sua creatrice, “si tratta di un monumento vivente, perché le tracce più importanti non sono di certo le fotografie, ma quelle rimaste nella coscienza di chi ha partecipato”.  

L’impegno per la Memoria: tutte le iniziative

Tenere in vita la memoria di ciò che è accaduto a Bologna il 2 agosto del 1980: è l’obiettivo alla base dell’impegno dell’Assemblea legislativa regionale rivolto soprattutto alle scuole, grazie alla collaborazione con l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Intesa che, a partire dall’anno scolastico 2010/11, ha visto realizzate molte attività rivolte alle scuole secondarie di primo e secondo grado dell’Emilia-Romagna. Gli insegnanti si sono resi protagonisti, con gli studenti, della formazione e dell’educazione alla cittadinanza attiva, stimolata attraverso l’analisi della storia. Un progetto, quello voluto dall’Assemblea legislativa e dall’Associazione dei familiari delle vittime, che prevede tuttora numerose iniziative. 

Tra queste, quella intitolata “Educare attraverso i luoghi”, che prevede un tragitto per gli studenti attraverso Bologna che colleghi “presente-passato-presente”, con un percorso che inizia dalla stazione, “vero e proprio luogo di memoria”. Dopo le numerose esperienze fatte negli anni scorsi, questo laboratorio sarà ripresentato nell’anno scolastico 2015-16. 

C’è poi il ciclo di proiezioni di video girati dagli studenti nell’ambito di attività svolte nelle scuole durante l’ultimo anno scolastico, intitolato “Google non c’era, ma mia nonna sì! la strage del 2 agosto nelle scuole”: prossimo appuntamento a Bologna, al centro sociale ‘G. Costa’, la sera del prossimo 31 luglio

Da sottolineare la mostra fotografica “La memoria del soccorso”. Per il 35^ anniversario della strage alla stazione, il Collegio Ipavsi degli Infermieri di Bologna, in collaborazione con l’Associazione 2 agosto 1980 e l’Associazione Piantiamolamemoria, allestirà a Palazzo d’Accursio la rassegna (visitabile dal 1^ al 24 agosto 2015) con scatti di Paolo Ferrari e Paolo Righi. L’esposizione prevede foto scattate il 2 agosto 1980 durante i soccorsi, ma anche immagini che raccontano l’attualità del servizio 118. Alla mostra sarà affiancata l’esposizione dei disegni delle classi 5^A e 5^B della Scuola primaria “Villa Torchi” (Quartiere Navile) di Bologna, realizzati nell’ambito degli incontri con le scuole tenutisi durante lo scorso anno scolastico. 

Viene poi costantemente aggiornata la sezione dedicata alle scuole del sito web “Mappe di memoria”, arricchito continuamente con strumenti di autoformazione e di prodotti dei laboratori effettuati dai ragazzi delle scuole. 

E’ quindi prevista la stampa del quaderno “La memoria come un tesoro: la strage di Bologna”, con i lavori degli alunni della Scuola primaria villa Torchi, prodotto finale di uno specifico laboratorio. Questo lavoro è stato premiato il 9 maggio scorso al concorso nazionale Tracce di memoria 2015. 

Infine, il progetto che ha per titolo “Anni settanta: movimenti, riforme, partecipazione, soggetti collettivi, minacce alla democrazia”: verrà svolto alla scuola di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna, e il focus iniziale sarà riservato alla strage alla stazione di Bologna, all’analisi storica e alla sua contestualizzazione, quindi agli anni Settanta, che sono stati quelli della partecipazione civile, ma anche gli anni in cui la violenza politica e i terrorismi hanno messo a dura prova il vivere democratico, colpendo in modo particolare Bologna e la sua provincia. 

Le iniziative promosse dall’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 e dall’Assemblea legislativa regionale, vengono realizzate in collaborazione con il Centro storia, educazione, politica Dipartimento di Scienze dell’Educazione “G. M. Bertin” dell’Università di Bologna e con l’Istituto per la storia e la memoria del ‘900 “Parri”. Ulteriori collaborazioni: Rete degli archivi per non dimenticare, Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea dell’Emilia Romagna, Associazione Piantiamolamemoria, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica.

 (jf)

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