Infrastrutture e trasporti

Trasporti Modena. Gibertoni (M5s): disservizi e scarsa accessibilità in area appenninica

La consigliera, in un’interrogazione, chiede più attenzione e investimenti per il Tpl in montagna e, in particolare, nel territorio comunale di Montese, dove diverse frazioni sarebbero “escluse da qualunque forma di servizio”

Giulia Gibertoni (M5s)
Giulia Gibertoni (M5s)

Condizioni difficili di accessibilità, con servizi “rarefatti”. E’ la fotografia del trasporto pubblico locale (Tpl) nel territorio appenninico dell’Emilia-Romagna secondo Giulia Gibertoni (M5s), che, in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, domanda quali siano gli strumenti che i gestori dei servizi e la Regione mettono attualmente in campo per garantire e migliorare i trasporti pubblici in queste zone.

La consigliera, in particolare, vuole sapere quali azioni abbiano attivato il gestore del servizio Seta (Società emiliana trasporti autofiloviari) e la Regione per il bacino montano modenese e, nello specifico, per diverse frazioni del comune di Montese (Semelano, Montalto, Rosola) che sarebbero “completamente escluse da qualunque forma di servizio riconducibile al Tpl”, con “pesanti ripercussioni soprattutto sulle fasce di popolazione più anziana”, e chiede se, di conseguenza, corrispondano al vero i disservizi lamentati dai residenti.

Gibertoni riferisce che l’area appenninica costituisce oltre il 40% della superficie regionale e che nei 123 comuni classificati come ‘montani’ risiede il 10% circa della popolazione emiliano-romagnola (465.917 abitanti nel 2014), con una densità media pari a 49,2 abitanti per kmq, circa un quarto della densità media regionale.

“Il Prit 2020 – cita la consigliera – ha introdotto il concetto-chiave del ‘profilo sociale dell’accessibilità’ su cui si basa l’obiettivo prioritario di migliorare l’accessibilità al territorio, alle città e alle sue funzioni, ridurre i tempi e le necessità di spostamento, guardando con ‘specifica attenzione ai problemi di accessibilità delle fasce deboli’”. Per questo – a suo avviso – “gli approcci previsti per i sistemi di area vasta, in cui si condensano gli spostamenti, devono riguardare anche la montagna, pena il proseguimento di una condizione di marginalità economica e di crescente distanza con le aree più ‘forti’ della regione”.

A parere di Gibertoni, insomma, “sono anni che le aziende che gestiscono i servizi avrebbero dovuto raggiungere nuova domanda e coprire le aree non servite dal servizio”, per quanto poi riguarda i finanziamenti regionali per interventi/investimenti significativi realizzati in montagna, finalizzati alla riqualificazione del servizio di trasporto, – commenta – l’area modenese nel periodo 2000-2015 avrebbe ricevuto 488.052 euro, mentre – aggiunge – nel Programma regionale per la montagna del 22 gennaio 2016 “si ammette che ‘ad oggi non sono previsti interventi/investimenti specifici sui temi mobilità ciclopedonale e trasporto pubblico locale se non quelli già presenti nella pianificazione di settore avviata o da attivare”.

Di qui, la sollecitazione della consigliera alla Giunta di attivare servizi innovativi nell’area dell’Appennino modenese per garantire un livello minimo di servizi di trasporti pubblici.

(Antonella Celletti)

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