Riconoscere al più presto il fallimento definitivo del progetto F.I.CO. per evitare ulteriori e peggiori conseguenze sul Centro agro alimentare di Bologna (Caab) e un ulteriore peggioramento degli assetti urbanistici della zona nord est della città. È l’interrogazione di Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) al question time, che evidenzia come la situazione rischierebbe di aggravarsi ulteriormente se dovesse protrarsi “l’agonia del progetto, aumentando ancor più le perdite economiche dello stesso.
“I 10 milioni di visitatori previsti senza alcun fondamento razionale e sulla base della frequentazione di un vicino centro commerciale – ha scritto Gibertoni – e i 90 milioni di euro di fatturato da raggiungere, nel volgere di pochi anni, rappresentano oggi un lontano miraggio. E’ una cattedrale nel deserto, una Disneyland che non ce l’ha fatta”.
Alla consigliera, ha risposto il sottosegretario alla presidenza della giunta, Davide Baruffi. “Fico voleva essere vetrina del Made in Italy agroalimentare. Ci sono stati problemi come il Covid e la crisi economica. In presenza della volontà di rilancio, l’augurio è che si creino condizioni per incrementare il turismo enogastronomico anche in Emilia-Romagna. Gli aspetti urbanistici, competono al Comune di Bologna”.
Gibertoni ha replicato che “non è stato riconosciuto il fallimento. Pensavo che per il Caab la Regione avesse imparato dai propri errori. E adesso si chiede al management che lo ha fatto fallire di rilanciarlo”.
Per la capogruppo del Misto, occorre scongiurare il rischio, “come sciaguratamente già fatto nel passato in situazioni analoghe, di far fronte alla situazione in termini di diritti edificatori e di ulteriori autorizzazioni a trasformazioni urbanistiche in un territorio già sfinito dal consumo di suolo”. Nel 2022 le perdite sono state di 6,5 milioni di euro, “i debiti per oltre 18 milioni di euro e un patrimonio negativo di 10 milioni di euro, peggiorando il già catastrofico quadro del 2021 (anno in cui gli ingressi sono stati solo 300mila) e il debito era stato di 13 milioni di euro”.
“I danni conseguenti, sia al fallimento del progetto del Caab (società di cui la Regione possiede il 6,12%), sia al fallimento del progetto F.I.CO. – ha sottolineato Gibertoni – sono già stati pagati in termini di diritti edificatori sulle aree. Sono già visibili sul territorio, dal punto di vista urbanistico: l’area nord est di Bologna è già oggi affollatissimo di grandissime, grandi e medie strutture commerciali di vendita di tutti i tipi e con una densità che non avrebbe alcun motivo di essere oggi e la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare il giorno in cui si dovesse far fronte al definitivo e tombale fallimento di F.I.CO. nonché all’esigenza di coprirne le conseguenti perdite finanziarie scegliendo nuovamente di farlo in termini di diritti edificatori e di autorizzazioni a trasformazioni urbanistiche”.
(Gianfranco Salvatori)


