COMUNICATO
Assemblea

Emergenza coronavirus. Gibertoni (Misto): garantire privacy a operatori sanitari sottoposti a test sierologici

“Garantire, inoltre, la sicurezza sul lavoro di chi risulta immunizzato al virus, assicurando tutti i dispositivi di prevenzione previsti per chi lavora nelle strutture sanitarie”

Garantire la privacy agli operatori sanitari sottoposti ai test seriologici per il Coronavirus e tutelare la sicurezza sul lavoro di chi risulta immunizzato al virus, garantendo a questi ultimi tutti i dispositivi di prevenzione previsti per chi lavora nelle strutture sanitarie. Lo chiede, in un’interrogazione rivolta alla Giunta, Giulia Gibertoni (Misto). “Da più parti mi sono giunte segnalazioni che al personale sanitario vengano effettuati, oltre al tampone per stabilire la positività o la negatività del contagio, test ematici finalizzati all’identificazione di un’immunizzazione del soggetto: chiedo spiegazioni sulla procedura adottata, se il soggetto venga informato dell’esito e in che modo vengano trattati questi dati sensibili”, scrive la consigliera nell’atto ispettivo avanzando “il sospetto, da più parti evidenziato, che una volta individuato il sanitario il cui test evidenzia un’immunizzazione, lo stesso venga impiegato nelle aree Covid senza i presidi individuali di protezione massima come previsto dal principio di precauzione”. Da qui le richieste all’esecutivo regionale per sapere “se la Giunta non ritenga opportuno chiarire, a livello scientifico, quale tipo di ‘immunizzazione’ si rileva con i test sierologici, prima di dare patenti di sani e immuni ai lavoratori, in particolare in ambito sanitario; se tali test vengano svolti per finalità scientifiche, da quale comitato etico eventualmente siano stati autorizzati, se sia garantito l’anonimato del campione, a quale distanza dalla comparsa dei sintomi sia possibile identificare gli anticorpi del virus, quanto tempo durino e se la loro presenza sia sinonimo di immunità; se non si ritenga opportuno fare chiarezza sulla privacy, in particolare su chi sia titolato a trattare il dato e per quali finalità possa essere trattato, se al dipendente debba essere chiesto il consenso informato per la raccolta del dato e se il dipendente possa rifiutarsi di svolgere l’esame; se corrisponda al vero che in alcune strutture sanitarie regionali l’esito del tampone classico per rilevare la positività di personale sanitario venga comunicato dal datore di lavoro tramite la struttura dove presta attività la persona/operatore sanitario sottoposta a tampone; infine, se sia vero che molti operatori sanitari vengano contattati telefonicamente dai loro referenti aziendali a seguito dell’effettuazione del tampone per la comunicazione della loro negatività e la relativa assegnazione di attività, prima ancora che la persona/operatore sanitario abbia ricevuto formalmente dalla struttura sanitaria competente l’esito ufficiale del tampone”.

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