Assemblea

Tribunale di Ferrara accoglie ricorso Consigliera regionale di Parità Alvisi: regolamento del Consorzio pescatori di Goro viola norme a tutela della parità di trattamento e discriminazione

Per la prima volta in Emilia-Romagna un risarcimento di 20mila euro direttamente all’Ufficio della Consigliera di Parità in quanto soggetto che presidia l’interesse pubblico leso

Sonia Alvisi consigliera regionale di Parità

Il regolamento del Consorzio Pescatori di Goro (COPEGO O.P.) “sulla assegnazione della quota giornaliera di prodotto pescato” contiene disposizioni discriminatorie e pertanto non va eseguito. È quanto stabilisce il decreto firmato dal giudice del lavoro Monica Bighetti, del Tribunale di Ferrara, che accoglie il ricorso della Consigliera di Parità regionale, Sonia Alvisi, a tutela di interessi collettivi e dispone che la stessa cooperativa provveda al pagamento di 20mila euro di risarcimento all’organo di garanzia, oltre alle spese legali.

La parte di regolamento cooperativo bocciato dal Giudice del lavoro, prevede che ai soci legati da vincolo affettivo di coppia (coniugati, conviventi o anche solo legati affettivamente) non venga riconosciuta una doppia quota di pescato, nonostante siano tenuti entrambi a svolgere i compiti di pesca e manutenzione affidati dalla cooperativa. In un ambiente lavorativo composto in grande prevalenza da soci di sesso maschile, l’effetto pratico, ha dedotto la Consigliera di Parità, è “quello di indurre le socie a recedere dalla cooperativa e di scoraggiarne l’ingresso di nuove dal momento che il loro lavoro non avrebbe alcuna valorizzazione economica”. Il Tribunale ha evidenziato come il regolamento approvato dalla cooperativa, se applicato, “può conseguire il ritorno dello stato occupazionale come quindici anni orsono, con una componente a larghissima maggioranza maschile”.

“Esprimo grande soddisfazione per l’esito del procedimento, non solo perché è stata accolta la nostra istanza contro la natura discriminatoria del regolamento in questione- dichiara Sonia Alvisi- ma anche perché il risarcimento riconosciuto all’ufficio della Consigliera regionale di parità sarà utile a sostenere altre azioni legali per difendere i diritti delle lavoratrici e la parità di genere. Sappiamo quanto la pandemia abbia penalizzato l’occupazione femminile e quanto ancora le donne siano i soggetti più deboli ed esposti alle discriminazioni nei luoghi di lavoro. Questa nostra iniziativa legale, la prima in assoluto in Emilia-Romagna, farà quindi da apripista ad altre, qualora le nostre prassi in via conciliativa non trovassero il dovuto riconoscimento dei diritti di parità. Mi preme ricordare che l’azione collettiva di cui la Consigliera di Parità regionale è titolare per legge consente ai i lavoratori che subiscono la discriminazione di non esporsi personalmente senza rischiare di subire ulteriori ritorsioni e vittimizzazioni. Nel caso specifico- precisa la Consigliera di Parità- il nostro intervento è stato determinante, perché una trentina di soci e socie dal 2018, anno di approvazione del regolamento che ora dovrà essere cambiato, tentavano con le ordinarie azioni civili di mettere fine a questa situazione di discriminazione e per questo sono stati più volte esclusi dalla cooperativa”.

Il regolamento sulla doppia quota – si legge nel dispositivo emesso dal giudice del lavoro di Ferrara – introduce “una discriminazione indiretta in quanto, apparentemente rivolta a soci e socie, ottiene l’effetto di discriminare le donne fidanzate, coniugate o unite da vincoli affettivi ponendole in posizione di particolare svantaggio nell’accesso alla cooperativa”. Concetto ribadito in un altro passaggio del decreto: “La regola, di carattere apparentemente neutrale, non solo determina una ingiusta penalizzazione del guadagno di un socio sulla base di un criterio del tutto slegato dall’apporto lavorativo (il vincolo affettivo di coppia), ma sortisce altresì l’effetto di porre le donne in posizione di particolare svantaggio rispetto agli uomini”.  Come si legge ancora nel provvedimento: “statisticamente il ragionamento inverso non sarebbe credibile o sarebbe certamente residuale, a fronte di una Cooperativa composta per la stragrande maggioranza da uomini”.

Il Giudice ha reputato misura necessaria a rimuovere gli effetti della regola discriminatoria anche la pubblicazione del dispositivo su un quotidiano locale per informare la collettività dei soci che in gran parte avevano approvato il regolamento della sua portata discriminatoria con “effetto general-preventivo e deterrente”.

Il Tribunale di Ferrara in composizione monocratica e in funzione di giudice del lavoro ha pertanto accertato e dichiarato la discriminatorietà del “Regolamento sulla assegnazione della quota giornaliera di prodotto pescato” e ordinato al Consorzio Pescatori di Goro Soc. Cooperativa O.P. mediante gli organi rappresentativi di non dare esecuzione al predetto regolamento e a rifondere il danno derivante dalla discriminazione mediante il pagamento alla ricorrente Consigliera regionale di Parità della somma di 20mila euro.

Assemblea