Sanità e welfare

SANITÀ. RIORGANIZZAZIONE RETE OSPEDALIERA, VENTURI IN COMMISSIONE. I CONSIGLIERI: “METTERE AL CENTRO CITTADINI E TERRITORI” – “RISCHIO CHIUSURA REPARTI”

L’assessore alle Politiche per la salute: “Risparmi attesi attraverso la riduzione dei primari e l’attuazione di piani di rientro per le realtà che più spendono, come Bologna e Ferrara”. E sull’Ospedale di Novafeltria: “Nessun ridimensionamento, investimento di 5 milioni di euro per la casa della salute”. M5s contrari al non passaggio in Aula. Sel: “Tutelare le aree svantaggiate e quelle di montagna”

“Ripuntualizzare le discipline di rilievo regionale come evoluzione di quelle già individuate dalla programmazione degli scorsi anni, prevedendo che per queste sia il livello regionale a definire i bacini, le Unità operative complesse (Uoc), gli assetti di rete e le relazioni, riavviando un lavoro di confronto specifico con le Aziende e i professionisti, procedendo altresì a un adeguamento delle reti cliniche esistenti”. Inoltre, occorre “portare la dotazione dei posti letto pubblici e privati accreditati regionali all’obiettivo indicato dal Decreto ministeriale 70/2015 – 3,7 posti letto per 1000 abitanti, comprensivi di 0,7 per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie – mantenendo una visione di carattere regionale”. E ancora, bisogna “completare la definizione dei bacini di utenza e concentrazione delle Unità operative complesse” e “attuare una riorganizzazione che tenga conto dei volumi e degli esiti per le principali patologie in cui è comprovato che all’aumentare del numero le complicanze si riducono (come la patologia mammaria e la chirurgia oncologica)”. Sono questi gli obiettivi principali fissati dall’assessorato alle Politiche per la salute nella delibera sulla riorganizzazione della rete ospedaliera approvata oggi pomeriggio dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, con il sì di Pd e Sel e il voto contrario di Ln e M5s.

“La Regione Emilia-Romagna- hanno riferito i funzionari della Giunta in commissione- ha avviato da alcuni anni un percorso di riorganizzazione della rete ospedaliera che ha già concretizzato molte delle soluzioni delineate nel Dm 70/2015 per la riconduzione della dotazione di posti letto allo standard atteso. Tale percorso si è particolarmente rafforzato negli ultimi anni, con interventi diffusi che hanno portato nel complesso a una riduzione della dotazione di posti letto, nelle sole strutture pubbliche, di 1.725 unità (-8%) fra il 2012 e il 2015, con un andamento per ambito territoriale e regime di ricovero. Trend di riduzione che mostra andamenti differenti nelle diverse Aziende in relazione ai programmi attuati in tempi diversi”. Nell’ambito del piano, hanno aggiunto i tecnici, “sono diverse le tipologie di intervento: perseguimento di maggiori livelli di efficienza e qualità delle cure, anche attraverso l’accorpamento e la riorganizzazioni di Uoc in week-hospital e riorganizzazione per intensità di cura; riconduzione di attività di degenza ordinaria programmata breve e di Day hospital/Day surgery in attività ambulatoriali; percorsi di riconversione degli ospedali di comunità (Osco)”.

Alessandro Cardinali (Pd), nell’evidenziare la “necessità di monitorare le Aziende sanitarie nell’applicazione del piano”, ha rimarcato l’importanza di “coinvolgere i professionisti nelle scelte strategiche”. Inoltre, ha chiesto alla Giunta di “garantire la qualità dei servizi anche nei territori periferici”. Concetto ribadito anche da Marcella Zappaterra (Pd) che ha inoltre evidenziato l’esigenza, nel riordino, di “mettere al centro il cittadino, preservando l’efficienza delle prestazioni”. Inoltre, ha proposto di “istituire una cabina di regia a supporto delle strutture sanitarie, sull’elaborazione dei dati prodotti”. Sul tema Hub & Spoke, ha chiesto che “a muoversi siano i professionisti e non i pazienti”. Tema affrontato anche da Mirco Bagnari (Pd), che ha insistito, relativamente al percorso di riordino, “sul coinvolgimento del territorio e sul potenziamento dei servizi”, inoltre ha sollecitato “l’attuazione del progetto case della salute”. Ottavia Soncini (Pd) ha chiesto di porre particolare attenzione ai “servizi sul territorio, come quello infermieristico domiciliare”.

Relativamente alla riduzione dei posti letto, Daniele Marchetti (Ln) ha parlato di “alterazione rischiosa”, rilevando che “l’indice di occupazione media non si combina con le caratteristiche del territorio”. Inoltre, ha rimarcato “l’errore nel declassare le strutture ospedaliere a case della salute e ospedali di comunità”, evidenziando il “rischio della chiusura di reparti”. Infine, ha chiesto informazioni “sull’applicazione della normativa europea relativa alla riduzione dell’orario del personale sanitario”. Massimiliano Pompignoli (Ln) ha preteso notizie più precise dall’assessorato sulla “riduzione dei posti letto, nel pubblico e nel privato” e sugli ospedali coinvolti, citando anche il caso dell’ospedale di Novafeltria (Rn). Alan Fabbri (Ln) ha chiesto “fino a quando persisterà un approccio solidale nei confronti delle Regioni meno virtuose”.

Raffaella Sensoli (M5s) nel manifestare la propria “contrarietà al non passaggio in Assemblea legislativa del documento”, ha domandato “come impatterà il riordino sulla spesa sanitaria”.

Igor Taruffi (Sel) ha ribadito il concetto di “coinvolgere nelle scelte il territorio”, chiedendo di “tutelare le aree svantaggiate, come quelle di montagna”. Infine, ha domandato informazioni sui tempi di attuazione del provvedimento.

Al termine, l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, ha ricordato che “la dotazione in Emilia-Romagna è pari a 18.145 posti letto, pubblici e privati accreditati, da ridursi entro il 31 dicembre 2016 a 17.330, termine ultimo per l’attuazione del riordino”. L’indice occupazionale, ha specificato, “è stato fissato all’84% e non al 90% come stabilito dal ministero, alcuni posti verranno inoltre recuperati dai letti in day hospital oncologico, trasformati in poltrone ambulatoriali”. La riduzione “si realizzerà anche in relazione alla riorganizzazione da parte delle Aziende sanitarie dei percorsi clinici, e ha riguardato prevalentemente letti in regime di ricovero ordinario in relazione alla stabilizzazione delle reti Hub & Spoke”. Sull’ospedale di Novafeltria, ha ribadito che “le aree svantaggiate verranno tutelate e la struttura non verrà ridimensionata ma potenziata, con un investimento di 5 milioni di euro per la casa della salute”. Sui costi per il sistema sanitario, ha riferito “di risparmi attesi nel tempo attraverso la riduzione del numero dei primari e l’attuazione di piani di rientro per le realtà che più spendono, come Bologna e Ferrara”. Sulla riduzione dell’orario del personale sanitario ha parlato di “problemi largamente inferiori per l’Emilia-Romagna rispetto ad altre regioni”, ricordando che “il Governo, attraverso la legge di stabilità, programmerà stanziamenti per nuove assunzioni”. Inoltre, sulle case della salute ha rimarcato che “entro fine anno sarebbe auspicabile prevedere una prima illustrazione in commissione”. Infine, sul concetto di solidarietà fra Regioni ha parlato di “un suo superamento entro due anni”, ricordando che “attualmente è applicato anche all’interno dello stesso territorio regionale”.

(cr)

Sanità e welfare