Governo locale e legalità

Fusioni Comuni. Galli (Fi): incentivare le Unioni, i fondi per le fusioni sono insufficienti

L’interrogazione di Forza Italia chiede alla Giunta di aprire una riflessione sull’incentivo alle Unioni di Comuni al posto delle fusioni: “Non ci sono risorse sufficienti”

Andrea Galli (Fi)

Il problema degli incentivi insufficienti per le fusioni di Comuni al centro di un’interrogazione in Regione di Andrea Galli di Forza Italia, che chiede di promuovere le Unioni comunali, invece che le fusioni, e di chiarire effettivamente quali siano le risorse disponibili per le fusioni di Comuni. “Bisogna aprire una riflessione normativa sull’incentivo alle Unioni in luogo delle fusioni- rimarca il consigliere azzurro- anche in considerazione dell’evidente carenza di fondi e soprattutto del fatto che gli incentivi per le Unioni vengono motivati con l’efficienza raggiunta dalla ‘macchina’ amministrativa, parametro che invece non si prende in considerazione per le fusioni”.

A partire dal 2018 infatti, ai Comuni nati da fusione spetta un contributo pari al 60% dei trasferimenti erariali attribuiti nel 2010, per un periodo di 10 anni e nel limite massimo di 2 milioni per ciascuna fusione. Secondo l’Anci, però, dalle proiezioni fornite dal governo per il 2019, i contributi sarebbero insufficienti e, per poter garantire l’assegnazione dell’incentivo pieno a tutti i Comuni nati da fusione, occorrerebbe un’integrazione del fondo “attingendo a risorse comunque esterne al fondo di solidarietà comunale”. E sempre secondo l’Anci, l’esecutivo si sarebbe dichiarato impossibilitato a reperire risorse per consentire ai Comuni di soddisfare il fabbisogno del 60% dei contributi promessi per la fusione. “Questa situazione getta un’ombra di grande incertezza sui contributi per le fusioni- sottolinea il capogruppo- e va ricordato che, spesso, e soprattutto in Emilia-Romagna, dove si è scatenata negli ultimi anni una sorta di ‘corsa alle fusioni’, i contributi statali e regionali vengono presentati, nel corso delle campagne referendarie, come il vantaggio più grande derivante dalla fusione”.

Per questo Galli interroga la Giunta per sapere “quali iniziative di carattere normativo si intendano adottare per incentivare maggiormente le Unioni comunali in luogo delle fusioni, mantenendo come parametro quello dell’efficienza raggiunta”; se si possa “garantire la certezza del contributo del 60% o se si intenda valutare una riduzione del contributo per le fusioni” e se “la Regione intenda adottare un indirizzo politico maggiormente incentivante delle Unioni comunali attraverso una campagna comunicativa e prospettando i vantaggi delle Unioni in luogo delle fusioni”.

(Giulia Paltrinieri)

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