Un osservatorio regionale, dei team operativi e un nuovo standard tempistico di riferimento. Sono alcune delle azioni messe in campo dalla Regione per il contenimento dei tempi di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di ricovero chirurgico, presentate questa mattina in commissione Sanità, presieduta da Paolo Zoffoli. Azioni che, in parte, discendono dall’adozione del Piano nazionale di governo delle liste d’attesa per il triennio 2019-2021 e dalle delibere di giunta sulla materia.
Proprio la delibera 603 del 2019, che fa riferimento all’area di specialistica ambulatoriale, istituisce l’osservatorio regionale sulle liste d’attesa delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e di ricovero con l’obiettivo di definire strategie innovative per la semplificazione dell’accesso ai servizi sanitari. L’osservatorio sarà composto dal direttore sanitario di ciascuna azienda sanitaria, dal direttore generale per la cura della persona, salute e welfare della Regione, dal responsabile del servizio assistenza territoriale e quello del servizio assistenza ospedaliera. Il governo delle liste d’attesa è affidata al direttore generale di ciascuna azienda sanitaria che nomina i componenti del team operativo che dovrà tenere sotto controllo le liste d’attesa.
Le principali novità che discendono dal piano nazionale di governo delle liste d’attesa riguardano l’obbligatorietà di individuazione del tipo d’accesso del paziente: “Tipo 1″ se si tratta di un primo accesso alla prestazione sanitaria richiesta,”Tipo 0” se è un accesso successivo. Obbligatoria anche la definizione della priorità d’accesso. Quattro sono le classi: “Urgente, entro 72 ore, Breve, entro 10 giorni, Differibile, 30 giorni per le visite, 60 per gli accertamenti, e Programmata che si riferisce a prestazioni per accertamenti e verifiche cliniche programmate dove lo standard per il 2019 è stato fissato a 180 giorni mentre per il 2020 a 120”.
Per quanto riguarda l’area del ricovero chirurgico, la Regione con la delibera 272 del 2017 ha identificato per ciascuna azienda sanitaria un responsabile unico per l’accesso, ha creato la gestione informatizzata del registro di prenotazione e ha alimentato il sistema integrato gestione liste d’attesa (Sigla) che raccoglie i dati anagrafici relativi alle posizioni attive in lista in ciascuna azienda sanitaria e che ha come scopo principale il monitoraggio prospettico e in tempi reali delle liste.
Il dibattito. Per Daniele Marchetti della Lega nord sarebbe “un elemento importante per la valutazione se l’osservatorio regionale monitorasse anche il flusso di pazienti che dal pubblico passano al privato convenzionato”. Raffaella Sensoli dai banchi del Movimento 5 stelle ha voluto sottolineare l’importanza, “a livello nazionale, delle scelte fatte per rendere la situazione sull’intero territorio più uniforme. Le liste d’attesa sono un problema- ha continuato- anche in alcune zone dell’Emilia-Romagna”.
Critiche da Fratelli d’Italia: “Bisogna calarsi nelle realtà territoriali- ha rimarcato Fabio Callori– perché c’è grande discrepanza tra quello che viene scritto nelle relazioni e i dati reali. La realtà dei tempi d’attesa è molto diversa, ecco perché le norme vanno calate prima di tutto nella realtà”.
Mirco Bagnari del Partito democratico ha invece voluto sottolineare come sia “importante che l’intero Paese si uniformi” ma questo, ha specificato, “non deve essere un livellamento verso il basso per noi. Va garantita una costante spinta verso il miglioramento dei servizi”. Altro pericolo per il dem è “la burocratizzazione dei medici” che dovrebbe essere “evitata”.
(Andrea Perini)