Un milione di euro messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna per un bando a sostegno di progetti che prevedono l’accesso delle donne al mondo del lavoro e i percorsi di carriera al femminile. Ad annunciarlo è stata l’assessore alle Pari opportunità Emma Petitti durante la Conferenza regionale delle elette presieduta dalla presidente della commissione Parità Roberta Mori. La quale ha ricordato la legge 6 del 2014, contro la violenza di genere, “che ha permesso di mettere in campo diverse azioni di tutela delle donne, ancora prima che l’Italia adottasse la convenzione di Istanbul”. Una legge che ha permesso anche di introdurre la doppia preferenza di genere in Emilia-Romagna, “raddoppiando la presenza femminile in consiglio regionale”. Introdotta anche la medicina di genere, “presa ad esempio anche dalla ministra Lorenzin quando venne stilata la normativa nazionale”, ha spiegato Mori.
Il bando parte dal presupposto che “in Emilia-Romagna l’occupazione femminile è pari al 63,7% mentre la media italiana è al 49,6%”. Anche se ci sono criticità su cui lavorare, secondo l’esponente della giunta: “Differenze retributive, sottorappresentazione delle donne nelle posizioni apicali, il persistere della divisione dei ruoli in base al genere e difficoltà di conciliare impegni di lavoro e di cura”. Dunque l’obiettivo è quello di ridurre le disparità tra uomini e donne nel mondo del lavoro e promuovere politiche di conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Il finanziamento sarà diviso in due tranche: 200 mila euro per il 2019 e 800 mila per il 2020.
Alla conferenza delle elette l’assessore di Bologna Susanna Zaccaria ha colto l’occasione per tornare sul tema della legge contro le discriminazioni per orientamento sessuale: “Non vorrei più parlare di una legge in via d’approvazione, ma di una legge approvata. Le polemiche sono arrivate su tutti i fronti, ci hanno anche detto che è una legge inutile, ma l’episodio di aggressione avvenuto pochi giorni fa a Ozzano (un ragazzo picchiato perché vestito da donna, ndr) dimostra che è una legge che serve perché dobbiamo agire sulla cultura. Come avvenuto con la legge del 2014″. Il tema centrale, comunque, è rimasto incentrato sull’importanza delle donne nella società. Anche sportiva: “I mondiali femminili di calcio sono stati una bella occasione per dimostrare che questo non è uno sport solo maschile”, hanno spiegato le rappresentanti Uisp.
Che la conciliazione tra vita privata e lavorativa sia un punto su cui lavorare, lo ha dimostrato la presenza della consigliera del comune di Pianoro Consuelo Tinti che si è presentata con la figlia di pochi mesi. Dopo aver allattato, è intervenuta: “Ho fatto una campagna elettorale con una figlia di 13 giorni. Non è stato facile, serve anche un cambiamento culturale ma con l’impegno di tutti ce la possiamo fare”. E il tema, poi, si è spostato anche sul congedo di paternità: “Ora è molto limitato- ha sottolineato Lucia Mirti di Parma-, credo sia un tema da riprendere perché trovo un po’ assurdo che siano previsti così pochi giorni”.
(Margherita Giacchi)