Parità, diritti e partecipazione

Enti locali. Pd: sostenere, a partire dall’esperienza di Bologna, un’amministrazione partecipata e condivisa

Risoluzione del Pd, primo firmatario Pruccoli, per incentivare la collaborazione tra cittadini e amministrazioni nella gestione della cosa pubblica, in particolare per la cura e la rigenerazione dei beni comuni

Giorgio Pruccoli
Giorgio Pruccoli

Promuovere, a partire dall’esperienza di Bologna e dal suo modello di cittadinanza attiva, la diffusione e il sostegno ad azioni che consentano ai cittadini di attivarsi autonomamente nell’interesse generale. A chiederlo, con una risoluzione rivolta al governo regionale, è il Partito democratico. Primo firmatario dell’atto Giorgio Pruccoli, sottoscritto anche da Luciana Serri, Mirco Bagnari, Lia Montalti, Gian Luigi Molinari, Roberto Poli, Paolo Zoffoli, Valentina Ravaioli, Paolo Calvano, Stefano Caliandro e Luca Sabattini.

Affinché questa alleanza con i cittadini si possa concretizzare, spiegano gli undici consiglieri, “servono delle regole che permettano alle istituzioni di qualificare e promuovere le iniziative migliori e più sostenibili, nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento dell’amministrazione, oltre ad assicurare alle comunità di essere realmente protagoniste consapevoli di questa diffusa attività di sperimentazione dal basso delle opportunità e dei vantaggi di un’amministrazione più partecipata e condivisa”.

L’associazione Laboratorio per l’attuazione del principio di sussidiarietà (Labsus), evidenziano Pruccoli e colleghi, “composto da cittadini attivi e volontari, nato proprio con l’obiettivo di sostanziare tale principio, ha realizzato, in particolare, una bozza di regolamento comunale di 36 articoli, scaricabile dal sito dell’associazione, adattabile alla singola realtà comunale denominato ‘Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani’”. Questo regolamento (con i necessari adeguamenti alle peculiarità locali), concludono, “è stato adottato da oltre 130 comuni, quello di Bologna, approvato nel febbraio 2014, è diventato il punto di riferimento di numerose amministrazioni locali”.

(Cristian Casali)

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