La Regione incarichi il proprio Ufficio legale affinché, nel procedimento penale nei confronti degli indagati nell’inchiesta “Angeli e demoni” della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, sia formalizzata la costituzione di parte civile dell’Ente regionale già nella fase delle indagini preliminari, al fine di esercitare ogni prerogativa riconosciuta dall’ordinamento giuridico in favore della parte offesa. Lo chiedono Michele Facci, primo firmatario, Fabio Callori e Giancarlo Tagliaferri (Fdi) in una risoluzione.
Il presidente della Regione – ricordano i proponenti – ha annunciato che la l’Amministrazione regionale provvederà a costituirsi parte civile nel procedimento penale. Secondo l’articolo 90 del Codice di procedura penale – scrivono i consiglieri nell’atto d’indirizzo – la persona offesa dal reato, oltre a esercitare i diritti e le facoltà ad essa espressamente riconosciuti dalla legge, in ogni stato e grado del procedimento può presentare memorie e, con esclusione del giudizio di cassazione, indicare elementi di prova. Inoltre, in sede di indagini preliminari, ha diritto di ricevere l’informazione di garanzia, proporre querela, nominare un difensore, richiedere al pubblico ministero di promuovere l’incidente probatorio e prendere visione dei relativi atti, assistere agli atti garantiti del pubblico ministero e ricevere l’avviso del loro deposito, disquisire sulla proroga del termine di durata delle indagini, intervenire in merito alla richiesta del pubblico ministero di archiviazione nonché richiedere al procuratore generale l’avocazione delle indagini.
Per questi motivi i tre esponenti di Fdi impegnano la Giunta “a non attendere il rinvio a giudizio delle persone sottoposte a indagine ma a intervenire affinché la Regione assuma un ruolo attivo fin dalla fase delle indagini preliminari”.
(Luca Govoni)