COMUNICATO
Sanità e welfare

SANITÀ. EMOTRASFUSI INFETTATI, SASSI E GIBERTONI (M5S): LA REGIONE PROVVEDA AGLI INDENNIZZI E RISOLVA CONFLITTO GIURIDICO CON LO STATO

SANITÀ. EMOTRASFUSI INFETTATI, SASSI E GIBERTONI (M5S): LA REGIONE PROVVEDA AGLI INDENNIZZI E RISOLVA CONFLITTO GIURIDICO CON LO STATO

L’annoso problema del pagamento dell’indennizzo alle persone che tra gli anni ’70 e ’80 hanno contratto il virus dell’epatite B e C e dell’Hiv a seguito di trasfusione di sangue o assunzione di emoderivati infetti presso strutture sanitarie, ha indotto i consiglieri Gian Luca Sassi e Giulia Gibertoni, del gruppo Movimento 5 Stelle, a presentare un’interrogazione alla Giunta e una risoluzione all’Assemblea legislativa. “L’indennizzo, riconosciuto dalla legge n. 210 del 1992 e successive modificazioni e integrazioni- spiegano-, consiste in un assegno bimestrale vitalizio di importo variabile a seconda della gravità dell’infermità riportata e viene erogato a prescindere dalle condizioni economiche dell’avente diritto, oltre ad essere cumulabile con altre provvidenze economiche a qualsiasi titolo percepite”. Questa sorta di pensione “si compone di due elementi: una somma pari all’indennità integrativa speciale prevista per la prima qualifica funzionale degli impiegati civili dello Stato, che è la parte più cospicua e ammonta a euro 6.171,96 annui, per la quale non è prevista rivalutazione; un importo variabile, denominato assegno, che viene rivalutato annualmente in base al tasso di inflazione”.

Sul differente criterio di rivalutazione delle due parti dell’indennizzo si è aperto un conflitto giurisprudenziale che si trascina da un decennio con alterni pronunciamenti da parte delle magistrature. “A un primo orientamento- spiegano gli esponenti M5s- della Cassazione, nel 2005, favorevole alla rivalutazione globale dell’indennizzo, se ne è contrapposto uno contrario (2009), ma nonostante questa seconda sentenza i Giudici del lavoro si sono conformati al primo pronunciamento”. Al fine di comporre tale contrasto giurisprudenziale nella Suprema corte “è stata adottata una norma a valenza di interpretazione autentica che limita la rivalutazione al solo importo variabile dell’indennizzo, l’assegno. Ma la Corte costituzionale l’ha giudicata illegittima, sancendo la rivalutazione globale secondo il tasso di inflazione programmato”.

Accanto al conflitto giurisprudenziale, i consiglieri hanno messo in luce anche quello tra Stato e Regioni. Dal 2012, infatti, lo Stato ha tagliato i finanziamenti per gli indennizzi a Regioni e Province autonome, disponendo a carico delle Regioni il reperimento delle risorse necessarie, e, per di più, non ha corrisposto gli arretrati previsti a seguito della sentenza della Consulta. Nel 2014, dopo una proroga disattesa, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha messo in mora il Governo, riuscendo a ottenere nella legge di stabilità 2015 un contributo di 100 milioni di euro (200 per il 2016, 289 per il 2017 e 146 per il 2018) finalizzati al pagamento degli arretrati relativi all’indennità integrativa speciale, la prima parte dell’indennizzo. “Considerato che la procedura di rimborso– sostengono Sassi e Gibertoni– prevedeva entro il 31 gennaio scorso la comunicazione allo Stato da parte delle Regioni dei fabbisogni dei singoli enti locali, propedeutica alla verifica del Ministero della salute entro il 1^ marzo per la ripartizione dei fondi, ma ci risulta che tale termine sia stato disatteso e nutriamo il timore che le Regioni utilizzino i fondi per pagare i ratei futuri e non per versare gli arretrati della rivalutazione, o viceversa, abbiamo chiesto alla Giunta di riprendere prontamente e con regolarità il pagamento dell’indennizzo e a quanto ammonta il credito dell’Ente nei confronti del Ministero suddiviso per singola Asl”.

Infine, nella risoluzione i consiglieri chiedono all’Assemblea legislativa di impegnare la Giunta ad intervenire nelle sedi opportune “affinché venga fatta salva la tutela delle persone emotrasfuse colpite da infezione qualunque sia l’esito del contenzioso, di cui si sollecita rapida soluzione, fra lo Stato e le Regioni sulla paternità delle risorse da impiegare”.

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