Sanità e welfare

Minori. In commissione presidente Tribunale salute Hanau lancia allarme nazionale sugli allontanamenti dalle famiglie; la penalista Becca si concentra su qualità testimonianze dei bambini

L’ex docente Unimore: In Italia vessazioni sul “9,5 per mille dei minori, il metodo Foti ha lasciato disastri”. L’avvocatessa: Incidenti probatori prima possibile per genuinità deposizioni

L'avvocatessa Laura Becca
Carlo Hanau (Tribunale della salute)

Proseguono i lavori della Commissione assembleare speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta da Giuseppe Boschini. Oggi in audizione Laura Becca, avvocatessa della Camera penale di Bologna Franco Bricola e il professor Carlo Hanau, docente fino al 2011 di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari all’Università di Modena e Reggio e presidente dell’associazione bolognese Tribunale della salute, un’organizzazione di volontariato, costituita nel 1988, a tutela dei malati. “In Italia – ha spiegato Hanau – i casi di maltrattamenti riguardano circa il 9,5 per mille dei minori, di questi gli abusi sessuali non superano il 4,2 per cento”. Il professore ha voluto sottolineare che “questi sono i dati reali, diversi rispetto a quelli diffusi da alcuni esponenti del Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia (Cismai)”. È poi intervenuto sull’inchiesta reggiana, rilevando che “il metodo Foti ha lasciato un’impronta importante anche a livello nazionale, che ha portato a quel disastro che poi si è scoperto a Bibbiano”. Mi risultano, ha poi rimarcato il docente, “diversi casi di allontanamento con metodi privi di validazione scientifica in molte regioni e città d’Italia”.

L’avvocatessa Becca si è concentrata sul ruolo del minore coinvolto, come vittima o testimone, in un procedimento penale. “Nel processo emerge la necessità di non danneggiare il minore e rendere al tempo stesso il più affidabile e genuina possibile la sua testimonianza. Per fare questo il giudice si affida spesso al parere di un esperto, principalmente neuropsichiatri o psicologi infantili, per valutare la capacità testimoniale del minore. Ma chi certifica l’esperto? Esiste un albo di periti, dal quale i giudici possono possono attingere, ma è non è vincolante”.

A questo proposito Michele Facci (FdI) ha chiesto cosa accada al minore che, prima di essere ascoltato dal giudice, entri in contatto e interagisca con altri soggetti: “Può ‘deviare’ la prova?”. Secondo Becca è riconosciuto che più le deposizioni vengono reiterate, meno sono attendibili: “È una regola di esperienza, spesso i minori tendono ad assecondare l’adulto ripetendo quanto ascoltato. Per questo è auspicabile che il giudice senta il minore prima possibile e proceda con l’incidente probatorio”. E sul caso “Veleno” l’avvocatessa commenta: “Da quegli anni a oggi l’atteggiamento è notevolmente cambiato e sono stati fatti molti passi avanti”.

Paolo Calvano (Pd) è tornato sul tema, segnalato dalla Garante nazionale, della necessità di una difesa tecnica dei genitori: “Si evidenzia nella procedura un’assenza di possibilità per i genitori di dire la loro, è così?”. E su questo insiste anche la vicepresidente Raffaella Sensoli (M5s): “Il diritto dei genitori in contraddittorio è sufficientemente tutelato? Le indicazioni della Carta di Noto sono di norma seguite dagli esperti?”. Le parole di Sensoli sono seguite anche dal presidente Giuseppe Boschini: “Secondo la sua esperienza, nei tribunali italiani si seguono prassi corrette?”.

“La procedura di allontanamento attiene alla sfera civilista, ma sono a conoscenza anche io che il contraddittorio in quella sede sarebbe penalizzato”, ha risposto Becca. “Credo sia una buona idea pensare a un difensore di ufficio, sarebbe una garanzia in più. E sulla Carta di Noto aggiunge che è “molto apprezzata da giudici o difensori ed è spesso citata nelle sentenze, ma non è il Vangelo. In Italia vedo buone prassi da parte dei giudici, non sempre di operatori sociosanitari o polizia. Non per negligenza, ma più per mancanza di formazione”. Roberta Mori (Pd) ha posto l’attenzione sul diritto alla salute e al benessere del minore coinvolto in un processo penale: “Chi lo tutela?”. Il sistema, secondo Becca, è “ben congegnato”, anche se “non sempre c’è questa sensibilità da parte di tutti gli operatori che ruotano intorno al fanciullo”.

(Cristian Casali/ Giulia Paltrinieri)

NOTA PER LE REDAZIONI: domani l’invio del comunicato sul dibattito tra i consiglieri.

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