Governo locale e legalità

Ok in commissione Bilancio a risoluzione Pd sulla partecipazione attiva, Pruccoli: “Il cittadino si riappropri della sfera pubblica”

L’atto siglato da undici consiglieri dem prende spunto dall’esempio di Bologna e dal suo modello di sussidiarietà orizzontale. Parere positivo dal Movimento 5 stelle, critiche invece dalla Lega

Giorgio Pruccoli (Pd)

Approvata a maggioranza in commissione Bilancio, presieduta da Massimiliano Pompignoli, la risoluzione del Partito democratico, primo firmatario Giorgio Pruccoli. L’atto, ha spiegato il consigliere, sollecita a valorizzare “a partire dall’esperienza di Bologna e dal suo modello di cittadinanza attiva, la diffusione e il sostegno ad azioni che consentano ai cittadini di attivarsi autonomamente nell’interesse generale”. Il documento è stato sottoscritto anche da Luciana Serri, Mirco Bagnari, Lia Montalti, Gian Luigi Molinari, Roberto Poli, Paolo Zoffoli, Valentina Ravaioli, Paolo Calvano, Stefano Caliandro e Luca Sabattini, tutti del gruppo Pd.

Pruccoli ha evidenziato che il principio di sussidiarietà orizzontale è stato introdotto nella Costituzione italiana in seguito alla legge di revisione costituzionale del 2001. Tuttavia a livello locale, ha osservato il consigliere, occorrono delle regole che permettano alle istituzioni di qualificare e promuovere le iniziative migliori e più sostenibili “nel rispetto dei principi di legalità, imparzialità e buon andamento dell’amministrazione”. Un percorso di sperimentazione “dal basso delle opportunità e dei vantaggi” a favore “di un’amministrazione più partecipata e condivisa”. Infatti, ha proseguito, “riconoscere nella Costituzione il passaggio dei cittadini da amministrati ad alleati non basta se le leggi e i regolamenti continuano a considerarli come amministrati. Serve codificare e normare affinché le buone intenzioni possano saldarsi nell’interesse generale”.

“Spesso abbiamo un’idea particolare della cosa pubblica: pensiamo sia un qualcosa che appartenga ad altri, ma invece è anche nostra. La sfida è dunque quella di far in modo che il cittadino se ne riappropri, senza che le iniziative di volontarismo vadano a supplire alle carenze da parte delle istituzioni”, ha aggiunto.

L’esponente dem ha poi descritto l’esempio di Labsus, il laboratorio per l’attuazione del principio di sussidiarietà, sottolineando il contributo dell’associazione (composta da cittadini attivi e volontari), che ha realizzato una bozza di regolamentazione comunale di 36 articoli, ‘Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani’.  Il progetto, scaricabile dal sito di Labsus e adattabile alla singola realtà comunale (con i necessari adeguamenti alle peculiarità locali), è stato accolto da oltre 130 comuni, ha riferito il consigliere, e “quello di Bologna, approvato nel febbraio 2014, è diventato il punto di riferimento per numerose amministrazioni”.

Protagonista del dibattito in Commissione il Movimento 5 stelle con Andrea Bertani e Silvia Piccinini. Bertani ha ricordato di aver già presentato in Assemblea una risoluzione sullo stesso tema nel 2015 e che l’atto venne bocciato. Ciò nonostante il capogruppo pentastellato ha espresso parere favorevole alla risoluzione odierna, affermando che “esistono diverse ‘zone grigie’ che non sottraggono mansioni alle amministrazioni locali, ma che mettono al centro l’impegno di tanti cittadini volenterosi che intendono occuparsi della sfera pubblica”. Dello stesso avviso la collega Piccinini che ha rimarcato che la tematica interessa da anni il Movimento e che “il patto di collaborazione civica di Labsus è alla base di molti regolamenti adottati da Comuni pentastellati”.

Daniele Marchetti della Lega invece, pur evidenziando come la partecipazione attiva dei cittadini sia un principio sacrosanto, ha criticato la modalità con cui la vicenda è stata analizzata e presentata: “C’è un errore di metodo, perché manca un approfondimento più ampio ed esteso che prenda in considerazione le esperienze di più Comuni e realtà locali, così da individuare delle linee di indirizzo precise sulle quali poter lavorare”.

(Nicoletta Pettinari)

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