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Agricoltura. Rainieri (Lega): scongiurare i dazi di Trump sul Parmigiano Reggiano

Il consigliere chiede alla Giunta “di far valere, in tutte le sedi istituzionali, il fatto che sia inaccettabile che venga così duramente colpito il valore di un prodotto d’eccellenza del territorio regionale”

Fabio Rainieri (Ln)

Il Parmigiano Reggiano potrebbe essere colpito dai dazi annunciati dal presidente Donald Trump in ingresso negli USA per alcuni prodotti provenienti dall’Unione europea. Per questo il consigliere della Lega Fabio Rainieri chiede alla Giunta, con una interrogazione, “come intenda scongiurare questa misura protezionistica” e se non ritenga “di far valere, in tutte le sedi istituzionali, comprese quelle europee, il fatto che sia inaccettabile che l’economia di un determinato territorio sia colpita duramente attraverso misure che diminuiscono il valore di mercato di un suo fondamentale prodotto artigianale d’eccellenza”.

Si tratterebbe di dazi cosiddetti ‘a carosello’ che si applicherebbero a rotazione per alcuni mesi al 100%, facendo aumentare notevolmente i prezzi dei prodotti cui sono applicati. I dazi sul parmigiano-reggiano, pari al valore di mercato del prodotto, comporterebbe un aumento della tassazione di esportazione sul mercato statunitense da 2,15 a 15 dollari al chilo, con una stima dell’aumento complessivo del prezzo da 40 a 60 dollari al chilo.

“Gli effetti dei dazi americani sul Parmigiano Reggiano- aggiunge Rainieri- sarebbero catastrofici e di conseguenza si avrebbero significative ricadute negative anche su tutto il tessuto sociale ed economico dell’Emilia-Romagna, perché si tratta del prodotto di punta del made in Italy e quindi anche della nostra regione, dove avviene il 95% della sua produzione”. Secondo l’esponente leghista “la motivazione della misura daziale contro i prodotti europei è quella di una ritorsione verso i sussidi pubblici, ritenuti illegali dal WTO, accordati ad Airbus per la produzione di aeromobili”. Tali sussidi – evidenzia – sono stati erogati in parte direttamente dall’Unione europea e in parte da alcuni stati membri (Francia, Germania, Regno Unito e Spagna), falsando la competizione commerciale con Boeing, concorrente americana nella medesima produzione. “Siamo di fronte a misure di dubbia legalità che hanno favorito una multinazionale industriale avente sede in altri Paesi europei da cui l’Italia non ha ricevuto alcun vantaggio diretto e per la quale ora rischia di pagare un prezzo indebito” rimarca Rainieri sollecitando l’intervento dell’esecutivo regionale in particolare nei confronti dell’Ue.

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