Sanità e welfare

Sanità Bologna. Nuova unità di chirurgia robotica, Galli (Fi): “già presente al Sant’Orsola, no sprechi”

L’interrogazione del capogruppo forzista chiede di fare chiarezza sulla vicenda e pone l’attenzione sulla necessità di incrementare le risorse umane e tecnologiche, evitando spese eccessive e la migrazione dei pazienti in altri centri specialistici nazionali

Andrea Galli (Fi)

Un robot avanzato per il settore chirurgico finisce nel mirino di un’interrogazione di Andrea Galli, di Forza Italia. Il capogruppo evidenzia come non sia ancora stata precisata la collocazione del robot, se al Sant’Orsola o all’ospedale Maggiore, e chiede che venga fatta chiarezza sul nuovo polo d’eccellenza, visto che la decisione della Regione “si pone agli antipodi delle scelte portate avanti finora di centralizzazione e risparmio”.

Il consigliere ricorda che l’attività chirurgica robotica è iniziata al Sant’Orsola nel 2015 e che da allora sono stati eseguiti oltre 1.800 interventi per la cura dei tumori in ambito urologico. “Dietro la grande richiesta di prestazioni c’è una lunga lista d’attesa- afferma Galli- e la migliore risposta sarebbe incrementare le risorse umane e tecnologiche nei centri di riferimento”. Così si otterrebbero “minori complicanze e minori tempi di degenza, ottimizzando al meglio le risorse disponibili”.

Inoltre, è da tempo che la Regione “ha deciso di potenziare questo tipo di chirurgia specialistica”, acquisendo un’altra unità robotica da associare a quella già esistente nel polo ospedaliero Sant’Orsola-Malpighi. Cosa che, secondo Galli, lascerebbe sorpresi, perché col nuovo polo urologico si acquisirebbe un’unità robotica chirurgica nonostante sia già presente un polo di eccellenza nello stesso settore.

Oggi, secondo il consigliere, prevale la tendenza a raggruppare i robot chirurgici negli ospedali italiani ad alto volume di patologia oncologica e “l’Emilia-Romagna, che ha sempre vantato un’ottima sanità, deve continuare a garantirla per evitare la migrazione dei pazienti in altre regioni, evitando però di arrecare un grave danno economico alle casse regionali”.

(Nicoletta Pettinari)

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