Sanità e welfare

Minori. “Precarietà zero e informazione capillare sul territorio”, Sassi (Misto) a sostegno degli operatori dei servizi sociali

In commissione il consigliere ha posto l’attenzione sulle criticità evidenziate anche dall’inchiesta “Angeli e demoni” e ha chiesto una maggiore sicurezza contrattuale per gli addetti al settore. Al 31 marzo 2019 1.379 gli addetti

Gianluca Sassi (Misto)

Discussa in Commissione politiche per la salute, presieduta da Paolo Zoffoli, l’interrogazione di Gian Luca Sassi (Misto) sulla questione degli affidi dei minori al centro dell’inchiesta “Angeli e demoni”. Il consigliere ha chiesto un maggior impegno dalla parte delle famiglie con fragilità e, in particolare, un personale specializzato di professionisti  per garantire una “più efficace e continuativa attività di supporto”.

Sassi ha rimarcato come spesso gli operatori dei servizi sociali vivano in una condizione di precarietà, tanto a livello numerico quanto contrattuale. Occorre invece invertire questa tendenza, secondo il consigliere, così da evitare “che si verifichino casi di assistenti sociali che, per paura di non vedersi rinnovato il contratto a termine, non rilevano le storture nel servizio sociale di quel territorio”. Fondamentale, ha continuato Sassi, rendere omogenei i servizi dedicati agli affidi di minori, senza tralasciare “un’attività d’informazione pubblica per far conoscere i principi, gli obiettivi e gli strumenti che mettono in campo le istituzioni” a favore dei soggetti interessati. Il tutto “in una logica di prevenzione e di rimozione degli ostacoli, favorendo e programmando attività e progetti mirati all’integrazione sociosanitaria”.

In aula la risposta del sottosegretario Giammaria Manghi, che ha ribadito l’impegno della Regione nei programmi di intervento a sostegno del benessere dei nuclei familiari con difficoltà: “Da oltre 20 anni sono stati avviati centri per le famiglie, che ammontano ora a 33 e che nell’arco 2019-2020 cresceranno di 7 unità, arrivando così a una quasi completa copertura distrettuale”. Negli ultimi anni, inoltre, “si è lavorato sul tema della conflittualità familiare e organizzato formazioni specifiche per gli operatori, i mediatori e il personale dei servizi sociali”. “L’obiettivo primario è quello di aumentare la sicurezza dei bambini e, ad oggi, sono coinvolti nell’implementazione delle linee di indirizzo 21 distretti della Regione. In rafforzamento anche gli organici dei servizi sociali territoriali in base agli standard di riferimento, regionali e nazionali, che prevedono un assistente sociale ogni 5.000 abitanti. Al 31 marzo del 2019 il numero di assistenti sociali a livello regionale è salito a 1.379, aumentando di 195 unità in tre anni e arrivando a un assistente sociale ogni 3.250 abitanti”. 

Immediata la replica di Sassi che si è detto parzialmente soddisfatto della risposta e ha poi aggiunto: “Non è stato toccato il punto del contratto stabile degli addetti del settore. È invece un elemento rilevante e da non sottostimare, perché un eventuale contratto precario può portare l’operatore a non denunciare storture nell’ambito di appartenenza”. Serve inoltre incrementare il sistema di informazione che, per Sassi, “va diffusa in modo capillare nel territorio”.

(Nicoletta Pettinari)

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