Proseguono i lavori della Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta da Giuseppe Boschini. In audizione il sindaco di Cavriago Francesca Bedogni, attualmente anche responsabile dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, e il sindaco facente funzioni di Bibbiano Paola Delfina Tognoni.
Bedogni ha risposto alle domande dei consiglieri Silvia Prodi e Gian Luca Sassi del gruppo Misto che hanno sollecitato un focus sulla situazione dei servizi sociali nella Val d’Enza, in particolare sull’organizzazione del lavoro, anche rispetto agli inquadramenti contrattuali dei dipendenti. Anche Gabriele Delmonte della Lega è intervenuto sul tema della gestione del servizio. Da Giancarlo Tagliaferri e Michele Facci di Fratelli d’Italia sono invece stati richiesti chiarimenti in merito alle sperimentazioni attivate dai servizi sociali della Val d’Enza, anche rispetto all’utilizzo di equipe di secondo livello. Andrea Bertani e Silvia Piccinini dei Cinquestelle hanno invece chiesto delucidazioni in merito alle collaborazioni dei servizi con professionisti esterni. Mentre Roberta Mori e Paolo Calvano del Partito democratico hanno chiesto un parere sugli strumenti legislativi regionali in essere rivolti alla materia.
“Ho assunto la delega a luglio, trovando – ha spiegato Bedogni – una situazione particolarmente complessa, ho rilevato le difficoltà delle famiglie coinvolte, comprese quelle affidatarie, degli operatori e in generale della comunità”. Come sindaci, ha poi evidenziato, “abbiamo da subito cercato di garantire il prosieguo delle attività dei servizi (anche se 94 casi sono stati trasferiti per una rivalutazione a servizi di altri territori), rivedendone anche l’organizzazione, oltre a lavorare per recuperare le relazioni con le nostre comunità”. Bedogni ha poi proseguito sull’organizzazione della struttura, rimarcando che “gli operatori della Val d’Enza, quasi tutti con contratti a tempo indeterminato, non sono stati sostituiti (solo per il personale sospeso non è previsto il rientro nelle mansioni che ricopriva in precedenza)”. Ha poi spiegato che “il servizio lavorava in equipe” e che “le collaborazioni esterne sono state interrotte (con Foti e il suo centro) già nel 2018”. La sindaca ha poi concluso con un appello, rilevando “l’opportunità di andare a rivedere, a livello nazionale, le singole competenze dei soggetti che si occupano della tutela dei minori, perché esistono sovrapposizioni e conflitti”.
“Il Comune di Bibbiano è stato travolto da un’onda anomala”, ha spiegato invece la sindaca facente funzione Paola Delfina Tognoni, che a fine giugno ha sostituito Andrea Carletti a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare. “In questi mesi abbiamo impiegato tutte le nostre risorse per mandare avanti la macchina amministrativa in un clima di tensione senza precedenti: il nostro municipio è diventato palcoscenico di sfilate di politici, fiaccolate, manifestazioni e addirittura di un esorcista. Ci sono stati consigli comunali che si sono tenuti davanti a un dispiegamento di polizia e carabinieri senza precedenti, con agenti in tenuta antisommossa”. Sono questi gli esempi che ha portato in commissione la prima cittadina bibbianese per tracciare le linee di un contesto “accesissimo, in cui siamo andati avanti con un profilo basso, anche per sostenere psicologicamente i nostri dipendenti dei servizi”. Sugli affidamenti al centro dell’inchiesta ci tiene a fare delle precisazioni: “Sono tutti in capo all’Unione, dal Comune quindi nessuna consulenza alla onlus Hansel e Gretel. Si parla soprattutto di Bibbiano perché i servizi hanno la loro sede lì, ma tutti i comuni della Val d’Enza sono in egual modo coinvolti”.
Gabriele Delmonte della Lega ha mostrato perplessità soprattutto sulla netta presa di posizione della sindaca in difesa di Carletti: “Sono spiazzato- ha rimarcato Delmonte- dal fatto che il Comune non si voglia costituire parte civile, perché non volete tutelarvi? Anche il danno di immagine è notevole, lei siede su una seggiola scomoda ma la volontà di discostarsi dagli errori amministrativi del suo predecessore deve esserci”. Tognoni non ha escluso nessuna possibilità: “Parte civile? Non abbiamo detto che non lo faremo, valuteremo al momento opportuno”. E su Carletti sfuma la posizione portata da Delmonte: “Umanamente ho grande fiducia in lui, ma ho sempre detto che la giustizia deve fare il suo corso”.
La vicepresidente Raffaella Sensoli ha chiesto se in Comune si stiano facendo verifiche sui bilanci pregressi, mentre Andrea Bertani (M5s) si è concentrato sugli affidamenti più discussi e sulla novantina di procedimenti di allontanamento ora in revisione (“Quanti di questi partono da Bibbiano?). “Lasciamo lavorare la magistratura, che ha ora al vaglio molta documentazione del nostro Comune”, ha spiegato Tognoni, che sugli allontanamenti aggiunge: “Dei circa sette casi più noti, 2 riguardano famiglie residenti a Bibbiano”.
Al termine della seduta dura presa di posizione del consigliere Tagliaferri, che, citando atti parlamentari a lui noti (i contenuti dell’audizione in commissione Bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza del luglio 2016), ha riportato le parole di Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza figura chiave dell’inchiesta, che avrebbe, in quell’occasione, spiegato “in cosa consiste l’originalità del metodo Bibbiano e quale sia la sperimentazione”, cioè lo “sperimentare un secondo livello in ambito locale”. Scelta, per il consigliere piacentino, “in violazione del disposto letterale della legge regionale, con l’obiettivo di sostituirsi al giudice naturale in nome di una presunta ‘giustizia sociale’. Ora ci aspettiamo risposte chiare e documentali”.
(Cristian Casali/Giulia Paltrinieri)