In Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna, presieduta da Giuseppe Boschini, è la volta dell’associazionismo, che ha portato ai consiglieri regionali il punto di vista delle case famiglia e quello dei genitori naturali in relazione alla tutela dei minori e al sistema degli affidi.
In audizione Daniele Severi e Annalisa Chiodoni della comunità Papa Giovanni XXIII, attivi nella rete di sostegno per le famiglie “il villaggio della gioia” di Forlì.
Severi e Chiodoni hanno risposto alle domande dei consiglieri Andrea Bertani (Cinquestelle), Andrea Galli (Forza Italia) e Fabio Callori (Fdi) che hanno sollecitato un focus, emergenze e criticità, sull’attività dei servizi sociali nell’affido minorile. Mentre Paolo Zoffoli, Paolo Calvano e Roberta Mori del Partito democratico hanno chiesto informazioni sull’importanza della prevenzione e, quindi, sulla necessità di aiutare non solo il minore ma anche la sua famiglia d’origine.
Per i due rappresentanti della comunità fondata da don Oreste Benzi il sistema di tutela dei minori “può essere migliorato favorendo la prevenzione e potenziando i controlli”. Hanno parlato, in particolare, “di forme di aiuto rivolte al minore che devono però essere estese all’intero nucleo familiare fragile”. Come, hanno precisato, “l’accesso agevolato all’ufficio di collocamento, alla graduatoria per le case popolari, alle abitazioni ad affitto calmierato e ai servizi per l’infanzia”. L’obiettivo, hanno quindi rimarcato, “è mantenere unita la famiglia, attraverso l’attenzione alla coppia genitoriale in difficoltà nell’accudimento dei propri bambini”. Severi e Chiodoni hanno poi insistito sulla necessità di rafforzare tutte quelle strutture che si occupano di minori, compresi i servizi sociali, prevedendo “un più ampio utilizzo, nel percorso di tutela del minore, del lavoro di rete, favorendo anche l’istituzione di equipe di secondo livello”. È quindi più che mai necessario, hanno concluso i due relatori, “rafforzare la rete degli aiuti alle famiglie”.
La comunità Papa Giovanni XXIII conta in Emilia-Romagna 96 strutture di accoglienza, di cui 64 case-famiglia: sono 544 le persone accolte, di cui 99 minori.
Prima di tale audizione l’intervento della promotrice del libro “Nidi violati”, iniziativa che nasce a Parma e riunisce genitori e comitati con l’obiettivo di fare informazione in tema di “falsa tutela e affidamenti illegittimi, ovvero quegli allontanamenti che avvengono in assenza di prove o sulla base di accuse infondate”. “Negli anni ci sono arrivate numerose segnalazioni da parte di famiglie che chiedono maggiori garanzie all’interno del sistema di giustizia minorile”, ha spiegato Antonella Dellapina, che ha portato in commissione un dato: secondo una stima dell’associazione, dei genitori imputati per abuso o maltrattamento 1 su 2 sarebbe stato processato ingiustamente (perché assolto o perché il caso è stato poi archiviato). “Anche se il genitore viene assolto, i danni sul bambino dovuti all’allontanamento sono permanenti e spesso i bambini rimangono comunque in struttura o in comunità”. Dellapina poi punta il dito contro un sistema che definisce “blindato e autoreferenziale”: autoreferenziale perché, secondo l’associazione, mancherebbero spesso competenze in materia di “falsi positivi”, blindato perché i genitori non hanno possibilità di contraddittorio. “Finalmente con l’inchiesta Angeli e demoni si è portata l’attenzione su questi temi a lungo ignorati”.
Scettici sui dati presentati Paolo Calvano (Pd) e Silvia Prodi (Misto): “Importante che la fonte dei numeri sia affidabile- ha fatto notare il consigliere dem- ma concordo sul fatto che non ci sia adeguato contraddittorio per la famiglia di origine e che sia indispensabile rafforzare il lavoro delle equipe di secondo livello in condizione critiche”. Raffaella Sensoli (M5s) ha chiesto di valutare la divisione delle mansioni per gli assistenti sociali: “Abbiamo visto che a volte su una stessa persona ricadono molteplici ruoli e responsabilità. Forse troppe? C’è conflitto di interessi?”. Fabio Callori (FdI) si è focalizzato sull’audizione a cui ha partecipato l’associazione nel 2017 alla Commissione parlamentare Infanzia e adolescenza: “È cambiato qualcosa dopo?”. “Non è cambiato niente, per questo è importante che questa commissione continui ad approfondire”, ha spiegato Dellapina. E sui dati aggiunge: “Non abbiamo a disposizione dati certi sugli ‘errori giudiziari’, ossia in quanti casi le accuse erano infondate? Vi invito a cercarli”. Su questo concorda Andrea Bertani (M5s): “Bisogna ammettere che, con dolo o meno, ci sono stati alcuni casi falsi positivi. Noi dobbiamo capire come e impedire che accada”.
Facci (Fdi) chiede di trasmettere alla Procura gli atti dell’audizione di Scrittore. A seguito dell’iscrizione nel registro degli indagati della funzionaria del Comune di Reggio Emilia, Michele Facci (FdI) ha proposto alla Commissione di fornire alla magistratura le trascrizioni della seduta dello scorso 30 settembre, durante la quale era stata audita proprio Daniela Scrittore: “Ragioniamo sempre con presunzione innocenza- ha spiegato il consigliere di destra- ma è importante che un’istituzione fornisca informazioni che potrebbero essere utili alle indagini”. Il presidente di Commissione Giuseppe Boschini si è detto disponibile a verificare al più presto la fattibilità di questa opzione: “È nostra attitudine quella di collaborare con la magistratura per fare chiarezza”.
(Cristian Casali/Giulia Paltrinieri)