“A Imola la Cogne è la Cogne: un’impresa che porta al suo interno la storia economica, sindacale e lavorativa della città. Per questo continueremo a tenere alta l’attenzione sul cambio di proprietà”. Sono le parole pronunciate da Roberto Poli questa mattina in Aula durante l’interrogazione a risposta immediata, firmata anche da Francesca Marchetti, con la quale i consiglieri del Partito democratico hanno chiesto all’assessore Palma Costi “informazioni sulla cessione in corso e sulle prospettive occupazionali e di sviluppo dello stabilimento imolese” visto che l’intero pacchetto azionario è stato ceduto al gruppo francese Nsc e l’accordo verrà chiuso entro il 30 novembre.
Sollecitazioni a cui la titolare delle attività produttive in viale Aldo Moro ha risposto spiegando che “la situazione della Cogne è seguita dalla Città metropolitana di Bologna che da tempo, in coordinamento con la Regione, sta cercando di capire le evoluzioni di quanto sta avvenendo. La firma per l’acquisto della società è un tema importante: in ogni passaggio di proprietà è necessario capire bene quali sono le intenzioni dell’azienda, quali i piani industriali, con i relativi investimenti, e quali le intenzioni rispetto al territorio. Visto che manca questa specifica abbiamo deciso di convocare un tavolo di salvaguardia di occupazione presso la Città metropolitana a cui parteciperanno le parti sociali, il comune di Imola, la Regione e l’azienda per entrare nel merito di quello che vuole fare la proprietà. Abbiamo due obiettivi: tutelare i lavoratori attuali e rilanciare l’azienda per mettere al riparo l’indotto e i lavoratori futuri. Per questo seguiremo tutte le fasi di questa vicenda”.
La Cogne, infatti, ha spiegato durante il question time Poli, “per gli imolesi è rimasta sempre tale nonostante nel tempo abbia assunto articolarità e definizioni aziendali molto diversi. E’ nata come una fabbrica di armi, lo stabilimento fu distrutto da un bombardamento e poi ricostruito. Nel 1960 nasce al suo interno il primo prototipo di filatoio interamente progettato e realizzato a Imola, nel 1970 è la volta del più grande polo industriale del settore meccano-tessile con la Cogne protagonista. Infine nel 1982 è partito lo stabilimento di via Selice che esiste ancora oggi. Ho scelto queste date- ha ribadito Poli- per far capire quanto sia stata importante questa impresa per l’economia del nostro territorio. Siamo preoccupati per le prospettive di questa azienda. Ci paiono evidenti i rischi di un’operazione che, se non incardinata bene e posata su basi solide, può portare rischi per lo stabilimento e per i lavoratori, con a un nuovo depauperamento del territorio. Bene l’attenzione della Regione, anche noi faremo lo stesso”.
(Andrea Perini)