Le aziende agricole multifunzionali sono un fattore di rilancio delle aree rurali e periferiche e di tutela del patrimonio culturale e storico. Eppure, la necessità di applicare norme contrastanti e disomogenee rischia di danneggiarne pesantemente l’iniziativa economica. Ne sono convinti Gian Luigi Molinari e Katia Tarasconi del Partito democratico, che hanno presentato un’interrogazione in Regione per chiedere di uniformare l’applicazione delle norme igienico-sanitarie nei territori e di risolvere queste contraddizioni normative.
“Le politiche per incentivare le attività economiche nei piccoli comuni ed evitare lo spopolamento dei borghi storici non sono conciliabili con l’imposizione di adeguamenti insostenibili per i piccoli imprenditori”, spiegano i consiglieri dem. “L’imposizione di determinati standard architettonici significa obbligare le aziende ad abbandonare al degrado i vecchi edifici per costruire nuovi capannoni, impedendo il recupero di edifici storici e aprendo la strada per nuova cementificazione”.
Secondo Molinari e Tarasconi, invece, la presenza di aziende agricole multifunzionali è particolarmente importante nelle aree rurali periferiche, nelle aree montane e in tutte quelle parti del territorio ricche di risorse, ma lontane dalle infrastrutture e più carenti di opportunità di sviluppo. Per venire incontro a queste realtà i consiglieri Pd chiedono alla giunta di “uniformare le norme ed evitare eventuali arbitrarietà da parte degli ispettori sanitari tra le diverse province e distretti” e mettere in campo interventi per un effettivo rilancio economico dei piccoli comuni, dei borghi storici e delle aziende agricole multifunzionali.
Le aziende agricole multifunzionali sono quelle aziende che integrano la loro attività con, ad esempio, agriturismi, fattorie didattiche, energie alternative, vendita diretta, varie forme di agri-asili e agrinido, sino all’agricoltura sociale.
(Giulia Paltrinieri)