Sanità e welfare

Minori/1. Genitori del gruppo Facebook “Contro gli orrori di Bibbiano”: “Numerosi i casi come in Val D’Enza”

I rappresentanti dei genitori che si ritengono lesi dall’attività dei servizi sugli affidi: “Videoregistrare gli incontri a tutela delle famiglie e degli assistenti sociali”

Benedetta Vultaggio e Fabrizio Mammana in commissione Minori

“Prima che scoppiasse l’inchiesta giudiziaria e che ci costituissimo come gruppo Facebook, alcuni di noi, come parte in causa di casi di allontanamento, avevano gridato e denunciato le ingiustizie che stavamo subendo. Ma non siamo stati creduti e siamo stati lasciati soli”. A sostenerlo, in Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori, presieduta da Giuseppe Boschini sono Benedetta Vultaggio e Fabrizio Mammana: rappresentanti di genitori che si ritengono lesi dall’attività dei servizi sociali in materia di affidi e che da luglio si sono riuniti anche nel gruppo Facebook “Contro gli orrori di Bibbiano”. Le storie che portano in Commissione vedono coinvolti, in certi casi, alcuni dei professionisti e degli assistenti sociali della Val d’Enza indagati e numerose situazioni che, a loro parere, avrebbero elementi di somiglianza con quelle sotto la lente della magistratura: “richieste di allontanamento ‘facili’ e relazioni non sempre fedeli alla realtà, con genitori idonei che si trovano separati dai propri figli”, secondo Vultaggio e Mammana, i quali avanzano la proposta di videoregistrare gli incontri tra i servizi e le famiglie. “Chi mi tutela- aggiungono i due rappresentanti del gruppo Facebook- dal momento che entro in una stanza con una persona che potrebbe scrivere qualsiasi cosa su di me? Una registrazione audio-video sarebbe una garanzia per le famiglie, ma anche per gli assistenti sociali e per la qualità del loro lavoro”.

Vultaggio ha raccontato ai commissari la sua esperienza personale di madre che si rivolse volontariamente ai servizi della Val d’Enza dopo una separazione difficile: “Mi sento una miracolata- ha spiegato- perché mi era stato notificato un decreto di allontanamento dai miei figli, poi sospeso anche perché fatto oggetto di revisione da parte del Tribunale per i minori. La potestà genitoriale però è ancora sospesa e sto procedendo insieme al mio avvocato perché giudico questa situazione ingiusta e inaccettabile”. Secondo la rappresentante di questo gruppo Facebook, non si tratterebbe di un caso isolato: “Siamo in tanti e ci siamo conosciuti solo ora, ma prima eravamo isolati e non siamo stati creduti da nessuno”. Proprio per uscire da questo isolamento questi genitori avrebbero deciso di creare un gruppo sui social nel luglio scorso: per mettersi in contatto e condividere esperienze. “Vogliamo raccogliere casi e cercare analogie con quanto emerso in Val d’Enza per cercare di risolverne le criticità”.

Sulla necessità di capire il sistema per migliorarlo si è concentrato Gian Luca Sassi del gruppo Misto, che ha chiesto di sapere come siano cambiate le cose dopo le indagini, mentre la vicepresidente Raffaella Sensoli (M5s) ha voluto sapere se il Tribunale sia intervenuto per fare verifiche. “I nostri casi sono stati affidati ad altri servizi, ma i contatti sono radi”, ha risposto Vultaggio. “Per il mio caso è in corso di svolgimento la CTU (Consulenza tecnica di ufficio) dove il giudice vaglierà le nostre deduzioni. Sono fermamente intenzionata ad andare avanti, anche se sono meccanismi dispendiosi”.

Fabio Callori (FdI) ha sottolineato come “dovrebbero esserci enti preposti alle tutela delle famiglie da presunte ingiustizie, senza dover ricorrere a comitati e social”, mentre Paolo Calvano (Pd) ha chiesto un focus sulla situazione della zona di Ferrara, visto che Mammana ha affermato di conoscere numerosi casi in quel territorio, mentre poche settimane fa l’assessore della nuova giunta comunale Cristina Coletti dichiarava che non vi sono anomalie. “Da quel territorio ci sono arrivate molte segnalazioni sui social- ha spiegato Mammana- che non emergono ufficialmente perché ci dicono che a volte c’è timore da parte degli interessati a denunciare per paura di peggiorare la situazione”. Alla richiesta di Calvano se fossero certi di non dare enfasi polemica a casi di intervento corretto, Mammana ha risposto che “tutti meritano attenzione ma noi cerchiamo di fare filtro, valutando caso per caso, perché la Val d’Enza è stata ‘una bomba’ nella quale si è infilato chiunque, chi aveva titolo e chi no”. E su questo tema si è inserita Silvia Prodi (Misto), che ha invitato i genitori a non cedere proprio sui social a toni esasperati e strumentalizzazioni perché “così si amplifica il disagio”. Andrea Galli (FI) ha voluto rimarcare la necessità di aumentare i controlli: “Evidente che c’è timore a denunciare e grande sfiducia nei servizi, è un problema che va affrontato”.

I consiglieri hanno poi sottoposto ai rappresentanti dei genitori alcune proposte: Andrea Bertani (M5s) ha portato l’idea di affiancare sullo stesso caso due equipe di professionisti distinte, una che segua il minore e l’altra che segua la famiglia di origine, mentre Roberta Mori (Pd) ha proposto di trasmettere gli atti della seduta alla Garante per l’Infanzia regionale perché possa analizzare quanto emerso e raccogliere nuovi elementi. “Buona l’idea di inserire nuove professionalità- ha risposto Mammana- ma lo trovo complesso e difficilmente realizzabile”. E sul coinvolgimento della Garante conclude così: “Bene trasmettere gli atti, ma è stata proprio lei a dire di avere purtroppo poteri limitati; abbiamo segnalato sia al Garante nazionale che regionale, ma non abbiamo avuto risposte concrete”.

(Giulia Paltrinieri)

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