Sanità e welfare

Minori. Ordine avvocati di Reggio in Commissione: “Troppa discrezionalità dei servizi sociali e manca contraddittorio”, processi da riformare

Audita in Commissione la presidente Celestina Tinelli: “Non abbiamo accesso agli atti né la possibilità di impugnare i provvedimenti, non è un giusto processo”

L'avvocata Celestina Tinelli (Ordine avvocati Reggio)

“Un sistema che non ha contraddittorio è un sistema che può produrre errori”. È netta la posizione dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia, portata in Commissione speciale d’inchiesta sul sistema di tutela dei minori in Emilia-Romagna (presieduta da Giuseppe Boschini) dalla sua presidente Celestina Tinelli. L’avvocata ha chiesto una riforma profonda del procedimento di tutela minorile e ha evidenziato tutte quelle criticità che, a suo dire, ne minerebbero alla base l’efficacia: la mancanza di un vero processo di parte e di un vero contraddittorio, l’impossibilità di impugnare i provvedimenti e avere accesso agli atti, l’eccessivo potere in mano ai servizi sociali. “I casi finiti al centro dell’inchiesta della val d’Enza sono così eclatanti che possono sembrare unici, ma in realtà nelle piccole realtà le situazioni simili sono tantissime- ha spiegato Tinelli- e noi come avvocatura chiediamo riforme su questo tema da decenni. A partire dall’abolizione in modo drastico delle competenze civili in capo al Tribunale dei minori, che, secondo l’Ordine, dovrebbero passare al Tribunale ordinario costituendo un’apposita sezione “famiglia” sul territorio. “Anche perché il Tribunale dei minori ha un’unica sede centrale a Bologna e i tempi si allungano, in tanti segnalano malfunzionamenti della cancelleria per difficoltà a reperire fascicoli, per la necessità di recarsi per forza di persona alla sede, per la mancanza frequente delle relazioni dei servizi sociali nei fascicoli e per la carenza di personale”. La presidente dell’Ordine è tornata poi sul ruolo dei servizi sociali: “È promiscuo. L’assistente sociale è organo quasi giudiziario quando allontana il minore, è organo di raccolta istruttoria, dà pareri sulle soluzioni da mettere in campo ed esegue i provvedimenti dei magistrati. Una sorta di unicum, quindi, nell’ordinamento italiano”. Inoltre, ha sottolineato Tinelli, i servizi si muoverebbero su prassi non regolamentate dalla legge, che cambiano da distretto a distretto e in base ai dirigenti. “Questo è il modo per gestire e tutelare al meglio i minori? Non esiste un giusto processo, neanche lontanamente. Come riformarlo? Nelle ultime linee guida stilate dal Garante Infanzia nazionale c’è tutto quello che per noi è necessario fare”.

Roberta Mori del Partito democratico era stata la prima a intervenire portando l’attenzione proprio sulla mancanza di contraddittorio nel procedimento di tutela minorile e sulla difficoltà di rappresentare in modo adeguato l’interesse del minore. Silvia Prodi (Misto) ha fatto notare come sarebbe stato utile ascoltare anche il punto di vista del Tribunale dei minorenni, invitando in commissione il suo presidente, Giuseppe Spadaro. Michele Facci di Fratelli d’Italia ha sottolineato il problema dell’incompatibilità e dei conflitti d’interesse dei magistrati ordinari e poi ha posto una domanda: “Come Ordine non avete mai pensato di prendere una posizione netta di sollecitazione e pressione a vari livelli per portare avanti le vostre proposte?”. Le verifiche in materia di incompatibilità, secondo Tinelli, verrebbero fatte: “Ma qui, non essendoci processo di parte, non si riescono neanche ad attuare le garanzie minime previste”. E sulle possibili pressioni per una riforma: “Quando ero nella Direzione nazionale forense, ho portato avanti estenuanti trattative in questo senso ed eravamo arrivati a un testo condiviso. Poi saltò tutto, anche per la dura opposizione delle associazioni di magistrati”.

Secondo Tinelli, poi, “l’avvocatura esercita la sua funzione di rinnovamento attraverso i ricorsi, ma in questo caso alcuni tipi di provvedimenti non sono impugnabili nemmeno in Cassazione. Abbiamo armi spuntate”.

(Giulia Paltrinieri)

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