COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

Caso Segre. Ok a proposta M5s-Pd: “sostegno a Commissione parlamentare e campagna regionale contro razzismo e antisemitismo”

L’atto di indirizzo è stato sottoscritto anche da Si e Prodi (Misto), che l’hanno approvato congiuntamente ai proponenti. Il no di Facci (Fdi), che parla di “strumentalizzazione politica”, scatena la polemica

Il caso Segre, con il voto “non unanime” in Senato sull’istituzione della Commissione straordinaria contro fenomeni di razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio, è oggetto di una risoluzione di M5s, primo firmatario Andrea Bertani, e Pd discussa oggi dalla commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, presieduta da Giuseppe Paruolo. Nel corso della seduta, l’atto d’indirizzo è stato sottoscritto anche da Si e Silvia Prodi (Misto), oltre che da numerosi consiglieri del Pd, che l’hanno approvato congiuntamente ai proponenti. Unico voto contrario quello di Michele Facci (Fdi), che, pur esprimendo piena solidarietà alla senatrice Liliana Segre, vittima di attacchi antisemiti, e ferma condanna per qualsiasi atto di razzismo e istigazione all’odio, ha ritenuto la risoluzione “politicamente strumentale”, in quanto finalizzata, “col pretesto dell’antisemitismo e della xenofobia, a unire M5s e Pd, ora al governo, nella censura delle posizioni sovraniste e nazionaliste delle opposizioni di destra”.

La mozione con la quale il Parlamento ha istituito la Commissione straordinaria – evidenzia Bertani (M5s) – afferma un dato incontestabile: “negli ultimi anni si sta assistendo a una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo che pervadono la scena pubblica sia con atti di esplicito odio e persecuzione contro singoli e intere comunità, sia con una capillare diffusione attraverso i vari mezzi di comunicazione, in particolare sul web”. Inoltre, ricorda il pentastellato, la tutela della persona, dei suoi diritti fondamentali e delle sue libertà è sancita dalla Costituzione, che prevede il contrasto di ogni forma di violenza e atto di discriminazione. Per questi motivi – conclude il capogruppo 5 stelle – con la risoluzione si chiede alla Regione di “assicurare il massimo supporto alla Commissione parlamentare e valutare la promozione di una campagna di comunicazione sul tema, potenziando, al contempo, le attività del Centro regionale sulle discriminazioni, che si occupa di consulenza e prevenzione delle potenziali situazioni di disparità e sostiene progetti a tutela delle vittime di comportamenti e situazioni discriminatorie per motivi razziali”.

La risoluzione viene integrata con la proposta di Silvia Piccinini (M5s) di “coinvolgere la Scuola di Pace di Montesole di Bologna nella campagna di comunicazione e nelle attività della Regione finalizzate al contrasto del razzismo e delle discriminazioni, formulando anche un invito alla senatrice Liliana Segre a presenziare alle celebrazioni del Giorno della Memoria”.

Il ruolo delle Istituzioni pubbliche nel contrasto a fenomeni di odio, razzismo e discriminazione viene ribadito da Francesca Marchetti (Pd) e Igor Taruffi (Si), che, in coro, invitano a “prendere posizione in modo netto, senza distinguo o divisioni, a tutela delle nostre comunità e per dimostrare da che parte si sta”.

L’invito non viene raccolto da Michele Facci (Fdi), che, annunciando il voto contrario alla risoluzione, espone le proprie ragioni: “la solidarietà a Liliana Segre per gli attacchi di cui è vittima e la condanna di qualsiasi forma di violenza e discriminazione sono sacrosante e ci accomunano. L’atto d’indirizzo, però, col quale si è voluto in fretta e furia e senza alcuna condivisione schierare la Regione a supporto della Commissione parlamentare appena istituita, si configura come una mossa politica strumentale da un lato per rafforzare l’asse M5s-Pd dall’altro per ‘bollare’ come ‘razziste’ talune posizioni di stampo sovranista e nazionaliste delle destre”. E aggiunge: “utilizzare il metodo del linguaggio ‘politicamente corretto’ per creare il campo dei giusti e quello dei reprobi sulla base delle opinioni, rischia di portare a pericolose censure e all’imposizione di una sorta di ‘pensiero unico’. I reati sono perseguiti per legge senza bisogno di creare tribunali speciali, come la Commissione parlamentare, per quelli d’opinione”.

L’intervento di Facci scatena la polemica. Silvia Prodi (Misto) argomenta: “a forza di distinguo, si è arrivati nel nostro Paese a un relativismo valoriale in cui tutto è annacquato. Le istituzioni, quindi, sono chiamate ad arginare questa deriva”. Le fa eco Bertani (M5s): “la nostra bussola valoriale per arginare pericolose derive razziste e discriminatorie è la Costituzione. Riaffermarne i valori non ha alcuna implicazione negativa sull’espressione di qualsivoglia opinione politica”. Rincara Taruffi (Si): “vedere, come sottolinea Facci, nella riaffermazione dei valori costituzionali e nella difesa di chi, meno noto della senatrice Segre, è vittima di odio razziale, un tentativo di esercitare censura culturale su talune idee politiche, è un pregiudizio che rischia di alimentare comportamenti devianti. Bisogna fermare il lerciume culturale che sdogana razzismo, xenofobia e intolleranza. Sono fatti, purtroppo, di fronte ai quali è necessario tracciare una linea di confine. Quella del pericolo di un pensiero unico è una pericolosa balla”. Critiche anche Piccinini e Sensoli (M5s): “Odio e razzismo non hanno colore politico. E la Commissione parlamentare può essere il contenitore anche per ospitare la posizione critica di chi la pensa come Facci, senza strumentalizzazioni o censure”. L’ultima stoccata a Facci la riserva Valentina Ravaioli (Pd): “I fatti e i comportamenti che sfregiano i valori e i principi della Costituzione vanno censurati senza riserve”.

Prova a mediare il presidente Paruolo: “Le espressioni di odio e razzismo valgono a tutto tondo. Senza colpire le opinioni, la realtà va affrontata per come si presenta. Dunque, l’imbarbarimento va arginato con l’educazione, a partire dal linguaggio”.

(Luca Govoni)

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