Un effetto domino positivo su viabilità urbana e qualità ambientale a Bologna se venisse completato il servizio ferroviario metropolitano (Sfm). È quanto sostiene Giuseppe Paruolo del Partito democratico in un’interrogazione in cui chiede conto delle verifiche in corso con il gestore della rete “per individuare le potenzialità della stazione di Bologna” e quanto ci sia ancora da aspettare per la realizzazione delle linee previste dai documenti di programmazione. Tra questi il protocollo d’intesa sottoscritto nel 2017 tra Regione e Città metropolitana di Bologna, con cui l’Emilia-Romagna si è impegnata a una “rapida implementazione delle linee del Sfm bolognese”.
Un servizio pubblico affidabile ed efficiente, argomenta l’esponente dem, è una reale alternativa all’utilizzo di mezzi privati, con i quali si compie circa il 59% degli oltre 2,7 milioni di spostamenti in città. “Il Piano strategico metropolitano di Bologna 2.0 del luglio 2018 individua la regolarizzazione del servizio ferroviario metropolitano, in un’ottica di orari cadenzati, e l’attivazione delle cosiddette linee passanti- spiega il consigliere- ai fini di ottimizzarne l’efficacia e agevolare l’utenza”.
Al momento sono 8 le direttrici, tutte attestate a Bologna Centrale, su cui insistono anche servizi “non Sfm” e su cui, degli oltre 115 mila spostamenti in auto tra comuni direttamente serviti dal servizio ferroviario metropolitano, oltre il 40% costituisce potenziale domanda per il servizio ferroviario metropolitano. “Il passante urbano di Bologna- dice il consigliere- è quello compreso tra Casalecchio Garibaldi e Bologna San Vitale, che potrà beneficiare di sei coppie di treni all’ora sulla tratta urbana interessata e tutte le fermate saranno collegate alla futura rete tranviaria metropolitana”.
(Nicoletta Pettinari)