La Giunta rinvii l’entrata in vigore, prevista per il 31 dicembre 2019, della normativa che dispone la cessazione dell’esercizio di sale gioco e sale scommesse nonché dell’attività di raccolta delle scommesse nei relativi punti di raccolta (corner) ubicati in locali che si trovino a una distanza inferiore a 500 metri da luoghi sensibili (scuole, luoghi di culto, centri sportivi, strutture sociosanitarie, etc). È la richiesta avanzata da Andrea Galli (Fi) in un question time discusso in Assemblea legislativa.
L’iniziativa del forzista è dettata dal fatto che la delocalizzazione di queste attività a distanze superiori a 500 metri risulterebbe attuabile solo in un ristretto numero di casi, non solo per i costi elevati ma anche e soprattutto perché l’ampio novero di luoghi sensibili indicati e le disposizioni legislative e normative di vario ordine e grado riguardanti la programmazione territoriale, urbanistica e commerciale renderebbe impervia l’individuazione di locali idonei a rispettare tale distanza. Inoltre, si sarebbero già verificate difficoltà applicative della normativa regionale in quanto diversi Comuni non avrebbero ancora ultimato la mappatura dei luoghi sensibili e conseguentemente non avrebbero ancora notificato le diffide alle attività al di fuori delle distanze minime. Infine, non vi sarebbe nemmeno uniformità riguardo alle rilevazioni e ai calcoli delle distanze minime.
Se, dunque, non ci sarà un rinvio – ha argomentato il consigliere – in conseguenza della disposizione interdittiva della Regione dal 1° gennaio 2020 c’è il rischio che venga a cessare oltre il 90 % della rete del gioco legale sul territorio regionale, comportando la chiusura di quasi tutte le sale gioco e sale scommesse che hanno tali attività come unica fonte di reddito e la significativa riduzione dei margini di reddito della quasi totalità delle attività commerciali che esercitano le attività di corner. Gli effetti, secondo il capogruppo di Fi, sarebbero rilevanti: perdita di circa 8 mila posti di lavoro in Emilia-Romagna; spostamento della gran parte dell’attività di gioco dalla rete legale fissa regolata dalle concessioni statali a quella illegale gestita per lo più dalla criminalità organizzata nonché a quella telematica online ad accesso praticamente incontrollato da parte di minori e persone affette da ludopatia.
Per questi motivi Galli ha sollecitato l’esecutivo regionale a rinviare il termine ultimo per la cessazione di tali attività di un anno oppure sino all’entrata in vigore di una legge nazionale organica in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo.
Il sottosegretario alla Presidenza Giammaria Manghi, nel ricordare come ai soggetti gestori siano stati concessi 12 mesi di tempo per la prosecuzione dell’attività al di fuori delle zone indicate dai Comuni e una proroga di ulteriori 6 mesi per adeguarsi a quanto disciplinato dalla legge regionale, ha risposto che “è intendimento della Giunta dare piena attuazione alla normativa regionale, non sussistendo al momento condizioni per una sospensione del provvedimento, ferma restando la piena disponibilità al dialogo e al confronto sui temi occupazionali”.
“Totalmente insoddisfatto della risposta” si è dichiarato Andrea Galli, che ha espresso il proprio rammarico e la propria preoccupazione per l’atteggiamento di chiusura del governo regionale, che rischia di avere un impatto economico, occupazionale e sociale di rilevante gravità.
(Luca Govoni)