Basta “pezze” servono “interventi organici per risolvere i problemi in maniera definitiva”. Questo è il senso di un’interrogazione presentata da Giancarlo Tagliaferri (Fdi) in cui porta come esempio il caso della rottura dell’argine del Torrente Riglio (in provincia di Piacenza), nell’autunno del 2018, riparato poco dopo e “spazzato via” nuovamente un anno dopo con “le piogge del 2019”.
Nell’atto ispettivo, il consigliere sottolinea che “allo stato attuale, tra il greto del fiume e i campi, è presente un dislivello di solo pochi centimetri. Questo vuol dire che alla prossima pioggia consistente il fiume esonderà superando facilmente la stretta area demaniale per riversarsi poi sulle colture retrostanti”. Una situazione che, secondo l’esponente di Fdi, “è un tipico esempio di come opera la Regione, intervenendo troppo spesso con misure tampone che durano solo pochi mesi anziché procedere a interventi organici che risolvano definitivamente i problemi. Un modo di procedere, purtroppo, che non costituisce l’eccezione, ma la norma”.
Con l’atto ispettivo Tagliaferri domanda quindi “quali controlli vengano messi in opera per verificare la tenuta dei lavori svolti e il loro stato manutentivo” e “per quale ragione non si proceda a interventi organici tesi a risolvere in maniera definitiva le problematiche anziché porre pezze che, come dimostra il caso di specie, vengono facilmente spazzate via dalla prima pioggia”.
(Andrea Perini)