COMUNICATO
Ambiente e territorio

Scuola. Castaldini (FI): allarme cyberlbullismo. Gli impegni della vicepresidente Schlein

Discussa in Commissione Cultura un’interrogazione della consigliera azzurra. La Giunta illustra una ricerca da cui emerge che oltre l’80% dei ragazzi ha paura di fare cattivi incontri sui sociale network

“Le istituzioni preposte sono già attivate per controllare quello che avviene in rete alla luce delle vigenti leggi, in particolare per il contrasto del cyberbullismo. Si vuole favorire la collaborazione attiva dei genitori e l’impegno di prevenzione della scuola”.

Così la vicepresidente e assessore ai Servizi sociali Elly Schlein ha risposto all’interrogazione della consigliera Valentina Castaldini (FI) che chiedeva di introdurre provvedimenti “salva-infanzia” per regolamentare e limitare l’utilizzo dei dispositivi elettronici, delle app e degli smartphone fra i giovanissimi. Un’interrogazione che prende le mosse da una grave tragedia accaduta a una bambina di dieci anni a inizio 2021 di cui hanno ampiamente parlato i mezzi di comunicazione nazionale.

“Il Servizio regionale politiche sociali in collaborazione con l’Osservatorio adolescenze del Comune di Ferrara ha sondato poco meno di 6.000 ragazzi emiliano-romagnoli, tra gli 11 e i 16 anni: il 22% dei ragazzi intervistati nel tempo libero si dedica ai videogiochi, mentre il 12% naviga su Internet e sui social. L’81%, in particolar modo le ragazze, ha paura di incappare in “cattive compagnie” nei social network; a seguire la paura di subire offese e atti negativi sempre sui social media”, spiega la vicepresidente della Giunta che ricorda come la Regione, attraverso il Corecom e il Garante regionale per infanzia e l’adolescenza, sta già svolgendo attività di comunicazione e di regolamentazione per quanto riguarda la tutela dei minori nel vasto mondo della comunicazione e dell’informazione. Schlein elenca alcune delle attività svolte e in via di svolgimento come un accordo con le scuole per un uso consapevole dei social e il contrasto al cyberbullismo nonché il fatto che dal 2012 il Corecom e la Garante regionale per infanzia e adolescenza svolgono attività per facilitare la comprensione dei media ed educare a un uso consapevole della “rete”. In particolare sono in via di realizzazione attività specifiche per “la scuola postCovid”, ovvero come affrontare questo specifico momento proprio nell’ottica di non lasciare i bambini e i ragazzi soli di fronte alla rete Internet. Il 9 febbraio ha preso via una campagna su minori e social che va in onda sulle tv nazionali e promossa dal Garante nazionale per la privacy proprio per sensibilizzare le famiglie.

Schlein ha poi comunicato che alla Garante regionale non sono arrivate “in questo periodo” segnalazioni di problemi e come le proposte avanzate a livello nazionale dal senatore di Forza Italia Andrea Cangini siano importanti e da valutare in senso positivo in un’ottica non di solo divieto, ma di educazione e formazione.

“Questa tema è legato alla situazione sociale che stiamo vivendo: tutti noi che facciamo politica e crediamo in questo mestiere, che sappiamo che è un mestiere serio, dobbiamo sapere che dobbiamo intervenire”, spiega Castaldini, che sottolinea come “la prima agenzia educativa è la famiglia: vietare non è la soluzione, dobbiamo educare le persone all’uso dei social e della tecnologia. Nell’entusiasmo che abbiamo per le nuove tecnologie non dobbiamo mai dimenticare la dignità della persona, l’impegno per formare ed educare le persone. C’è bisogno di una riflessione per la tutela dei minori, di formazione nelle scuole e di controllo dei telefoni cellulari all’interno delle scuole: possiamo aprire spiragli che possono diventare modelli per tutta Italia”.

Alla luce della risposta della rappresentante della Giunta, la consigliera Castaldini si è detta parzialmente soddisfatta e ha fatto notare come la vicepresidente ha detto “cose articolate e importanti”, ma bisogna tenere conto che nel corso degli ultimi due anni scolastici il Coronavirus ha impedito di fare molte attività di formazione vista l’impossibilità di andare in aula. “Dobbiamo-sottolinea- trovare nuovi modelli per non lasciare indietro nessuno”.

 

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