Garantire cure odontoiatriche a una fascia più ampia di popolazione, invitare il governo a rivedere i Livelli essenziali di assistenza (Lea), proporre azioni per calmierare i costi delle cure e agire, anche a livello regionale, per “proporre una liberalizzazione e una maggiore apertura dell’accesso alle Scuole di specializzazione di area Odontoiatrica”.
Sono le richieste alla Giunta avanzate dalla consigliera Giulia Gibertoni (Misto).
Il “Decreto Bersani” imponeva l’obbligo di tariffe minime alle attività libero-professionali. Ora non più, spiega Gibertoni, “e ad oggi gli odontoiatri, in particolare, avrebbero la libertà di praticare sul mercato le tariffe che intendono discrezionalmente applicare ai propri pazienti e non sarebbero consentite intese fra i professionisti”. Il Garante della concorrenza ha deliberato “che la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza”.
In Emilia-Romagna le cure odontoiatriche sono erogate solo a coloro che “si trovano in condizioni di vulnerabilità sociale (reddito ISEE familiare) o di vulnerabilità sanitaria (disabili con percentuale di invalidità civile pari o superiori al 75% o disabili con handicap grave) escludendo così, di fatto, una larga fetta della popolazione”. Le cure dentistiche e le protesi vengono offerte “alle persone con particolari problemi di salute o con i redditi più bassi”.
Gibertoni sostiene che non è corretto “sfruttare una posizione dominante di mercato assicurandosi ingiusti profitti”. Il legislatore, poi, è “altalenante tra la volontà di garantire un’apertura del mercato delle cure odontoiatriche e il subire passivamente le azioni delle lobby professionali”. Infine, la pandemia ha bloccato il turismo odontoiatrico verso Paesi dove le cure costano meno, ma anche con maggiori rischi, e ha “rafforzato la posizione dominante di mercato nei confronti dei pazienti esercitata dalla stragrande maggioranza degli odontoiatri”.


