Sanità e welfare

Sanità. Bergamini (Lega): “Troppe aggressioni al personale sanitario; garantire sicurezza, formazione e sostegno psicologico”

“La nostra regione è al secondo posto al nord per le violenze agli operatori. Le donne sono le più colpite”

Troppe aggressioni al personale sanitario e l’Emilia-Romagna è la seconda regione più colpita al nord.

Con una risoluzione, primo firmatario Fabio Bergamini (Lega), si chiede alla Giunta di aumentare il numero degli operatori sanitari, formarli, rendere più sicuri gli ambienti di lavoro, promuovere affiancamento psicologico per il personale coinvolto e prevedere un risarcimento. L’atto di indirizzo è stato firmato anche dai colleghi di partito Daniele Marchetti, Simone Pelloni e Valentina Stragliati.

Tra il 2015 e il 2019, ricorda Bergamini, “nella Sanità e nell’assistenza sociale si sono registrati circa 11mila casi di violenze, con una media di circa 2mila casi all’anno e un andamento stabile nell’ultimo triennio”. Il consigliere, poi, fornisce alcuni dati ricavati dall’Inail che, nel 2019, registra 36.890 infortuni sul lavoro in sanità “il 7,3% di quelle della gestione assicurativa dell’Industria e dei Servizi. Il dato del periodo gennaio-settembre 2020, invece, ha fatto registrare episodi più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche per effetto del Covid. A livello territoriale, il 53,8% degli infortuni si verifica al nord del Paese, e il 12,8% di questi avviene in Emilia- Romagna, che è la seconda regione più colpita dopo la Lombardia (14,3%)”.

Sempre l’Inail segnala che i tre-quarti delle denunce totali riguardano le donne impiegate nell’assistenza e che, nel 2020, “un infortunio su 10 ai danni degli operatori sociosanitari sia da attribuire ad aggressioni”. Molte aggressioni – verbali, fisiche o psicologiche – non vengono denunciate, ma le violenze lasciano tracce come l’assenza dal lavoro. I pronto soccorso sono i luoghi più a rischio. “Sull’incidenza del fenomeno- spiega Bergamini- influisce anche la carenza di personale nelle strutture. Un personale che deve occuparsi di un’utenza caratterizzata sovente da problematiche socioeconomiche e psichiatriche”.

La risoluzione vuole impegnare la Giunta, scrive il consigliere leghista, ad aumentare il personale “istituendo parallelamente turni di durata più breve, al fine di migliorare la qualità del servizio e di avere nei luoghi di cura personale maggiormente in grado di gestire le problematiche che potrebbero insorgere”. Importante, poi, è formare gli operatori e informare i cittadini. Le Aziende sanitarie, inoltre, dovrebbero rendere più sicuri “gli ambienti di cura, prevedendo protocolli di intesa con le Forze dell’Ordine e maggiori controlli da parte degli agenti nelle strutture sanitarie nonché favorendo da parte delle Aziende stesse la creazione di ‘zone di sicurezza’ per gli operatori minacciati”. Andrebbero previsti anche premi e incentivi per “quelle realtà che sapranno dotarsi di specifici strumenti di formazione, atti a prevenire l’innesco di comportamenti violenti, sia verbali che fisici, da parte degli utenti, nei confronti degli operatori”. Infine, Bergamini chiede un affiancamento psicologico per il personale coinvolto e un sostegno legale per chi è aggredito, affinché ottenga un risarcimento per i danni subiti.

 

 

Sanità e welfare