Sanità e welfare

Welfare. Il provvedimento del reddito di solidarietà ha coinvolto circa il 2% delle famiglie emiliano-romagnole

In commissione presentato il rapporto sullo stato di attuazione delle misure regionali di contrasto alla povertà e sostegno al reddito

Un investimento tra il 2017 e il 2019 (prima dell’attivazione del reddito di cittadinanza) sul reddito di solidarietà regionale (collegato alla legge regionale 24 del 2016) di quasi 28 milioni di euro, quasi 23mila le domande accolte (su circa 40mila presentate), un provvedimento che ha coinvolto circa il 2% delle famiglie emiliano-romagnole (due famiglie su tre italiane).

Presentato in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, il rapporto sullo stato di attuazione delle misure regionali di contrasto alla povertà e sostegno al reddito (monitoraggio e clausola valutativa).

L’Emilia-Romagna è una delle poche regioni, assieme a Friuli-Venezia Giulia e Puglia, in cui è stata attivata una misura specifica di sostegno al reddito. Nel triennio di attivazione di questa misura gli indici sul rischio povertà sono scesi dall’11,8% al 7,6% e rispetto al rischio di grave povertà sono passati dal 4,8% al 3,5%.

Per Fabio Bergamini (Lega) “questa misura non ha convinto”. In particolare, il consigliere sostiene che “molte famiglie bisognose non sono state coinvolte, in particolare italiane (anche i giovani sono stati penalizzati)”. Ha poi rilevato difficoltà ad accedere alla misura per i nuclei con un singolo soggetto, come “per i padri separati”.

“Se vogliamo affrontare seriamente la questione delle nuove povertà dobbiamo mettere al centro il tema del lavoro: dobbiamo parlare di futuro, essere concreti, partendo da uno studio serio dei dati”, è poi intervenuta Valentina Castaldini (Forza Italia). Per la consigliera, prima di tutto, occorre “capire le cause di queste diseguaglianze”.

Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha parlato di “misura utile”. Per il consigliere, quindi, “questo tipo di misure, come il reddito di cittadinanza, devono essere rinverdite, un supporto non solo socioassistenziale ma anche rivolto all’inclusione”.

È poi intervenuto il primo firmatario della legge regionale Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa): “L’obiettivo ere dare una risposta ai problemi sociali, con un sostegno economico rivolto alle persone in difficoltà, dovevamo intervenire, i numeri ci dicono che abbiamo fatto bene”. Il consigliere ha poi ribadito la necessità di accostare questi provvedimenti al tema dell’inclusione lavorativa.

Daniele Marchetti (Lega) ha ribadito, come il collega Bergamini, che “i principali beneficiari del provvedimento sono stati nuclei di stranieri, in alcuni distretti hanno superato anche il 50%”.

 

Sanità e welfare