Ambiente e territorio

Ambiente. Priolo a Zamboni (Europa verde): “I boschi lungo i fiumi sono monitorati, tuteliamo le esigenze idrauliche e quelle ambientali”

Interrogazione di Zamboni (Europa Verde) in commissione Territorio sul dissesto idrogeologico e sul taglio degli alberi lungo i corsi d’acqua. L’assessore Priolo: “La Regione al lavoro per i boschi lungo i fiumi con Aipo e collabora anche il Wwf”

Il monitoraggio sulle aree boschive della regione c’è e viene svolto da diversi enti e servizi, tra cui le autorità idrauliche per quanto riguarda i boschi ripariali (cioè lungo i corsi d’acqua). Fra le novità, si registrano più studi e verifiche su quelli ripariali e ci sono limiti alle concessioni ai privati. Inoltre, “la Regione è al lavoro con Aipo e con il Wwf che partecipa al monitoraggio della vegetazione ripariale lungo il Po. E’ un contributo che aiuta a migliorare i nostri sforzi, tesi a contemperare le esigenze idrauliche con quelle ambientali”.

E’ in sintesi, la risposta di Irene Priolo, assessore all’Ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile, alla consigliera Silvia Zamboni (Europa Verde) in commissione Territorio, presieduta da Stefano Caliandro.

Zamboni era intervenuta, con l’atto ispettivo, sul dissesto idrogeologico e sul taglio sistematico ogni anno di decine di migliaia di alberi sugli argini dei fiumi della regione. Ricordando il piano della Regione di piantare 4,5 milioni di alberi, la consigliera ha sottolineato come occorrano 20 anni a un albero per la massima efficienza di assorbimento della Co2. Citando uno studio del Wwf sulla situazione, dopo 5 anni, dell’eliminazione della vegetazione sulle sponde di fiumi e torrenti, ha detto che risulta la perdita di 50 ettari di vegetazione riparia e di 50mila alberi di alto fusto: “I fiumi vengono ‘puliti’ per motivi di sicurezza idraulica che verrebbe ottenuta eliminando la vegetazione” peggiorando, così, la qualità dell’ambiente. Per Zamboni “gli alberi lungo i fiumi vanno considerati “un baluardo a difesa del territorio e non un ostacolo da abbattere”.

Zamboni chiedeva se queste aree boschive siano censite e se venga rispettato il vincolo stabilito dalle norme; se esista un monitoraggio della Regione; se sia prevista una indagine valutativa prima della pulizia dei fiumi; se ci siano incentivi per la conservazione degli alberi più vecchi; se si intendano introdurre incentivi per la conservazione delle aree boschive che stanno nascendo spontaneamente in Pianura.

Per l’assessore Priolo, le “aree boscate sono monitorate attraverso le carte forestali. E’ necessario coniugare la sicurezza idraulica e l’esigenza di tutela e valorizzazione dei sistemi fluviali. I boschi ripari non sono catalogati a sé, ma per loro si applica il Piano territoriale paesaggistico regionale (Ptpr)”. Priolo ha risposto che la vegetazione riparia è tutelata da molte misure previste nel Piano gestione rischio alluvioni (Pgra) e dal 2020 l’Autorità di bacino del Po definisce i piani di gestione della vegetazione, ci sono approfondimenti sulle dinamiche di reinsediamento della vegetazione e sulle specie alloctone, prevede la ripiantumazione.

Sulla tutela delle piante vetuste da anni la Regioni ha istituito la banca dati degli alberi monumentali. Inoltre, nel Programma di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 sono stati finanziati 14 progetti per 2 milioni di euro finalizzati a migliorare le aree antropizzate. Infine, l’annuncio della collaborazione con il Wwf, che ha trovato il consenso pieno di Silvio Zamboni.

 

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