Ambiente e territorio

Ambiente Piacenza. Taruffi-Amico (ERC): “Cava di Albarola, bosco tagliato senza autorizzazioni?”

Il consigliere in un’interrogazione chiede l’acquisizione di foto aeree dell’area e confrontarle con quelle della società che ha appena avuto il rinnovo della concessione per estrarre marna. “Se non c’è il ripristino dei luoghi, la Regione intervenga”

Quali autorizzazioni sono state date per tagliare il bosco vicino alla cava di Albarola (Piacenza), “considerato che il procedimento per ottenere il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale è appena iniziato”; inoltre, la Regione dovrebbe confrontare le foto fornite dalla società Buzzi Unicem con quelle aeree e satellitari. Infine, nell’interrogazione presentata da Igor Taruffi, primo firmatario, e Federico Amico(Emila-Romagna Coraggiosa) si chiede se “gli interventi di ripristino ambientale e di recupero dell’area di cava previsti nell’ambito della concessione ventennale scaduta in data 19 luglio 2020 siano già stati completamente realizzati e, in caso contrario, se la Regione non ritenga opportuno condizionare l’ampliamento richiesto al ripristino ambientale preventivo dei lotti esauriti”.

Nell’atto ispettivo, i consiglieri accendono i riflettori sull’impianto minerario di marna da cemento (per l’impianto cementiero di Vernasca) che si trova nei comuni piacentini di Vigolzone e Rivergaro. La società Buzzi Unicem ha avuto il rinnovo della concessione, scaduta il 19 luglio 2020, per altri 30 anni. Era anche stato stabilito “un termine per la presentazione della documentazione inerente all’attivazione della Valutazione di Impatto Ambientale”. Il 31 dicembre, Buzzi Unicem aveva presentato la “istanza di avvio per l’ottenimento del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale comprensivo del provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale”. Istanza presentata alla Regione e all’Arpae Sac di Piacenza, allegando il progetto e lo Studio di Impatto Ambientale.

Ma, continuano Taruffi e Amico, “la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza” verificando la documentazione “ha segnalato ad ARPAE SAC di Piacenza in data 19 gennaio 2021 come tale documentazione risulti carente, tra l’altro, di “un’adeguata documentazione fotografica – con indicati i punti di ripresa fotografica – che documenti esaustivamente l’attuale percezione dei luoghi rispetto all’ambiente circostante, con particolare attenzione ai punti percettivi del paesaggio dalla viabilità esistente, dalle aree tutelate (paesaggio e monumentale) e dai rilevati prossimi alle aree di intervento”. La Soprintendenza ha preso atto che il cantiere di Albarola è allo stato attuale “per la gran parte occupato da aree di cantiere prive di copertura vegetazionale” e ha chiesto quando e come ci sarà la “valorizzazione e recupero dell’area”. Inoltre, continua il consigliere di ERC, i cambiamenti previsti – “a scapito dell’area boschiva” – comporterebbero trasformazioni paesaggistiche in contesti per loro natura fragili”.

Anche il Comune di Ponte dell’Olio (Piacenza), continuano Taruffi e Amico, ha rilevato gli effetti negativi che ricadrebbero nel Comune “sulla qualità dell’aria, del traffico quotidiano di automezzi pesanti nell’abitato e dell’impatto sul paesaggio in assenza delle previste opere di piantumazione e progressiva riqualificazione”.

Infine, il “Gruppo di cittadini per la difesa ambientale della media Val Nure”, tra gennaio e febbraio, ha segnalato alle autorità che vicino alla cava “Albarola” “si sarebbero svolti lavori propedeutici alla demolizione completa della collina del Bagnolo con il taglio del bosco esistente e la rimozione dello strato di terreno che copre la marna”.

 

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